SISTER IODINE, Hollozone

Non smetterò mai di essere grato agli organizzatori del LUFF. Grazie al Lausanne Underground Music & Film Festival una quindicina di anni fa aprii letteralmente i miei padiglioni auricolari, entrando nel rumore e nella sperimentazione più caustica, toccando con mano molti nomi che fino ad allora erano semplici citazioni su pagine oscure. Sono molto soddisfatto di poter quindi tornare sui Sister Iodine, che vidi proprio al LUFF del 2009, mentre presentavano i latrati e le frequenze di Flame Desastre. Il campo è quella palude oscura e viscosa dove tutto si disperde, gli insetti e i batraci iniziano a pesare più di un paio di chili e ogni suono causa un brivido. Erik Minkkinen, Nicolas Mazet e Lionel Fernandez sono fatti così: montano gli strumenti, iniziano a cercarsi, limando poi il prodotto finale con rifacimenti e piccole modifiche. Quel che appare vistosamente è il controllo della materia sonora. Apre letteralmente mondi e ci trasporta altrove, in una brutta terra di nessuno che potrebbe appartenere alla cinematografia se “Annientamento” lo avesse potuto girare Tobe Hooper. Danno fastidio i francesi, dannazione, sono spigolosi, acuti, caustici nel costruire melodie talvolta orecchiabili. Prendete “Dispersion”, un minuto e 49 suonato forse con un becco di Bunsen che ci fa drizzare le orecchie e muovere il capo.

Quando i toni si abbassano i brani entrano letteralmente nello stomaco, permettendo stati di rilassamento, concentrazione, meditazione. Tutto si muove intorno a noi mentre riusciamo a focalizzare il nostro tempo. Ma Hollozone non è album che permette troppo relax, che un senso di disfacimento lo permea e non riusciamo a capire se questo degrado sonoro sia autoindotto o se sia invece la risultante di un fronte nemico soverchiante. Potremmo essere realmente finiti all’interno de “La Sentinella” di Fredric Brown, ed assistere all’ennesima dimostrazione muscolare dell’umanità? Non saprei, toccherà ascoltare l’ultimo brano, “La Verité Avant – Dernière Zone”? Saremo mai in grado di decrittare i messaggi o di comprendere come a tratti non ci sia nulla da capire? Io ho comunque ho fatto la mia scelta, che credo sarà quella di parecchi ascoltatori. Dalla parte del batrace gigante, sempre.