J.WLSN, Slipped

Una chitarra donata al figlio di sette anni, un rinnovato entusiasmo nello sporcarsi le mani, una voglia di riscoprire suoni, unioni, tecniche. Torna, sempre su Room40, il chitarrista “ampliato” Jonathan Wilson. Lavora per schizzi e collage per dieci tracce, creando spazi immateriali, tanto che la scelta, finora, di non pubblicare nulla in formato fisico pare una prerogativa. La splendida immagine di copertina ci mostra un paesaggio dove una foresta disadorna incontra il greto di un fiume: nessun essere umano, nessuna forma di vita, nessuna carnalità in questo insieme.

A tratti sembra di ascoltare dei corni sopra la bassa battuta di “1221”, ma non è trovare le sorgenti sonore del disco a renderlo più o meno interessante: importante, invece, sarebbe assecondare il suo ritmo, arrendendosi a un suono naturalistico e avventuroso. Sembra di essere al cospetto di un mondo abbandonato dal tempo, che si svela con note prolungate eppure mai insistite, ma lasciate quasi andare per la propria strada in un ambiente per loro accogliente. Le increspature di “Mixing Colours” vanno circoscrivere la loro orbita come rinchiuse insieme a dell’elio in un palloncino, creando i presupposti per una fuga dalla realtà e dal paesaggio di azione. La leggiadria e il rigore con cui Jonathan Wilson costruisce un mondo in questo senso è una splendida conferma e, se due indizi fanno una prova, da quelle mani potranno uscire suoni in grado di smuovere anime e corpi.