BUD SPENCER BLUES EXPLOSION, 10/11/2023

Presentazione del nuovo album Next Big Niente alle OGR di Torino per OGR Club.

Diciassette anni sono un tempo lunghissimo, a diciassette anni molti adolescenti si sentono già adulti, tanti altri lo devono essere per forza se non hanno avuto la fortuna di crescere in un contesto sociale e storico favorevole. Diciassette anni per una band italiana del nuovo millennio sono una vita intera e si fanno sentire se chi ne fa parte non affronta il percorso con la leggerezza dei primi anni e con la maturità derivata da tanto tempo passato insieme. I Bud Spencer Blues Explosion nascono diciassette anni fa nel fulgido periodo per i progetti musicali composti da due persone – chitarra, batteria e voce – complice l’enorme successo dei White Stripes, capaci di rendere il minimalismo nel Rock il loro punto di forza.

Diciassette anni e sei album pubblicati, l’ultimo Next Big Niente – a cinque di distanza dal precedente – oggi presentato nella sala Duomo delle OGR di Torino per la data di apertura del tour che li vedrà in giro per l’Italia fino a fine dicembre, con la conclusione (per questa prima parte, ne sono certo) al Monk di Roma, la loro città musicale.

Il live dei BSBE è sempre stato catartico e istruttivo, e l’approccio alla condivisione vera e propria nel caso del live per OGR Club ne è (giusto per citare indirettamente un brano dell’ultimo album) sintesi perfetta: l’assenza di palco permette ad Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio di guardare tutto il pubblico direttamente negli occhi e a una distanza tale da sentire quasi gli uni il respiro degli altri, divisi solo da pochissimi metri. Il linguaggio e la codificazione dello stesso attraverso diversi metodi nei BSBE si incarnano non solo nell’aspetto prettamente musicale, ma anche nella cura e nella disponibilità al confronto vero – che grazie alla location della data di Torino diventa realtà sin dalla prima nota – con chi è lì per seguirli.

Il rapporto del duo con il grande pubblico risale al 2009, con la cover di “Hey Boy, Hey Girl” dei Chemical Brothers, le cui vibrazioni fatte esplodere in quel live incendiario al Primo Maggio di Roma dello stesso anno lo fecero passare da nome dell’underground romano, che ai tempi frequentavo, a stella polare – per nostra fortuna – da seguire per declinare certo Rock e Blues secondo suoni contemporanei.

Ed è proprio con “Hey Boy, Hey Girl” che iniziano di fronte al variegato pubblico alle OGR Club, aspetto fondamentale per capire quale atmosfera curiosa e frizzante si respira tra chi già sa a cosa assisterà e chi canzone dopo canzone si lascia conquistare dalla loro storia, partita dal Rock n’ Roll ed approdata ora con Next Big Niente negli sconfinati territori dell’Africa Nord Occidentale del Desert Blues dei popoli Tuareg. Una storia raccontata in un’ora e trenta minuti di concerto come segno di appartenenza a chi da sempre condivide il cammino con loro seppur dall’altra parte della barricata. Frammenti di vita e di musica intrecciati nei vari album in una manciata di brani a raccontare il passaggio da un lavoro ad un altro, da quelli più John Spencer (Blues Explosion) fatti di slide e Mississippi (l’aura dell’altro John, l’Hurt di Teoc nel Mississipi, era quantomeno presente) a quelli dell’ultimo lavoro in cui le radici si mescolano alle esperienze degli ultimi anni. Un rito collettivo come essenza imprescindibile nella musica dei BSBE, che hanno sempre portato su ogni palco a ogni loro esibizione, in cui inevitabilmente chiunque viene trascinato per poi riemergere alla conclusione di tutto e che nella serata per OGR Club è stato ancora più intenso grazie a un allestimento minimale ma efficace: un palco non palco, la copertina di Next Big Niente proiettata sul muro insieme alle ombre dei due come giganti alter ego a giustificare quella dinamicità e potenza sonora apparentemente impossibile da replicare solo da due persone.

Un senso di gratitudine che ha sempre accompagnato i BSBE e reso esplicito con la frase “ma quanto siete belli, fatevi un applauso” pronunciata da Adriano Viterbini a metà concerto, con quelle sincerità e felicità di chi ha la possibilità di dirlo guardando dritto negli occhi di chi ha di fronte.