BLUEM, Nou

Giovanissima, neanche trent’anni, ma già straordinariamente determinata e matura, come dimostrano le interviste che si leggono in giro, Bluem arriva al secondo album dopo il promettente esordio del 2021 e un paio di singoli a coprire la distanza temporale (notevole soprattutto “Fiamme”). Presentata – per la tipica e riduttiva comodità di promoter e stampa – come la risposta sarda all’iconica Rosalía, Bluem (Chiara Floris) è in realtà molto di più e soprattutto è musicista, cantante e producer assolutamente personale, senza alcun bisogno di paragoni. Allo stesso tempo, proprio come la poliedrica stella spagnola, Bluem ha un talento spiccatissimo per la scelta dei collaboratori. Così, per portare più avanti in termini di qualità e visionario coraggio il proprio sound, sempre in bilico tra la tradizione placida e calda dell’isola natia e le suggestioni elettroniche di Londra, città che l’ha ormai adottata, per il nuovo Nou (che in sardo vuol dire proprio “nuovo”) Bluem si è avvalsa del supporto, tra gli altri, dei produttori Bawrut e Arssalendo, fuoriclasse con stili e riferimenti sonici ben diversi tra loro. Il primo ha contributo al tappeto strumentale di “Adele”, perfetto mix di pulsioni dance e atmosfere acustiche tra Mediterraneo e penisola iberica, mentre il secondo partecipa alla filastrocca digitale (e, a tratti, minacciosa) di “angel”, alla spettrale e pitchata “dear” (in cui l’incontro, finito tragicamente, con un cervo femmina nell’alba delle campagne sarde diventa conflittuale riflessione sul valore dei legami e sulla paura dell’abbandono) e alla drum’n’bass soffusa e latineggiante di “piano song”.

La poetica di Bluem si sviluppa, lungo le dieci tracce del disco, parallelamente nei testi e nelle soluzioni musicali: così, la rilettura del mito delle Janas si srotola sull’irresistibile reggaeton emo di “moonlight” (realizzata con Yasmina e il corregionale Malakay, quasi a ricambiare il featuring dello scorso anno nel brano “Grazie”, tratto dall’esordio del rapper sassarese) e il massiccio suono urban destrutturato di “AM” funge da tappeto per interrogarsi, ermeticamente, su solitudine e relazioni tossiche. Conferma dell’indiscutibile valore di Bluem, Nou è tra le cose migliori che potessero capitare al pop italiano più contemporaneo in questo 2023 (che già ci aveva regalato il synth-pop moderno curioso di Pentesilea): temerarietà sonica e una personalità fortissima si fondono per portare l’ascoltatore in una dimensione onirica e coinvolgente sia sul piano fisico sia su quello emotivo e intellettuale. E, per chi volesse gustarsi tutto questo dal vivo, segnaliamo che proprio oggi, Bluem (seguita da Lorenzo BITW) si esibirà nella seconda serata del festival Rumors nella deliziosa cittadina di Santa Sofia, uno dei comuni della provincia forlivese colpiti dall’alluvione dello scorso maggio.