Fuori dal tunnel coi 1000mods

Cercate di capire. Trieste, dove vivo, è una città in cui si festeggia la riapertura di una galleria lunga appena qualche decina di metri come fosse Capodanno, solo perché un sindaco ottuagenario (quello che a un 25 Aprile ha detto convinto “onore ai martiri delle foibe”) ha impiegato un’eternità per rimetterla a nuovo. No, non è “Crash” di Ballard: qui non veneriamo le autostrade, il cemento e gli incidenti con le macchine. Si tratta, molto più tragicamente, di persone che non hanno davvero, ma davvero un cazzo dalla vita. Ecco perché un evento come lo Stonerkras va coltivato, fatto crescere, sostenuto il più possibile, perché c’è il rischio che qualche ragazzino cresca pensando che il massimo che puoi avere qui è suonare il clacson. Unico festival musicale estivo triestino scaturito dal post-covid, l’anno scorso ha portato i Nebula in città (circondandoli, giustamente, di locals) e a questo giro (domani, 15 luglio 2023) raddoppia, dando sempre spazio ai locals, chiamando qualche nome underground straniero e coronando la serata con Nick Olivieri prima e coi greci 1000mods poi, che tornano in città sei anni dopo la loro data al Tetris per la loro unica performance italiana, ancora più bravi, ancora più conosciuti e ancora più rodati da un numero infinito di concerti ovunque, nonostante questi siano gli anni in cui gruppi come il loro, perennemente on the road (chissà quante gallerie avranno visto…), hanno avuto tutto contro.

Ora io lo so – perché lo so dai e vi sento e vi conosco e vi leggo, e perché anche io amo stare in galleria con Statler e Waldorf al Muppet Show a dire malvagità – che questa band là fuori da una quindicina d’anni non vi convince ancora al 100%. Dipende da cosa volete dalla vita: nel giro di quattro dischi, oltre ad acquisire una fanbase molto più larga di quanto sia possibile immaginare per un gruppo greco che non si chiami Rotting Christ, hanno coltivato un sound personale e oggi, dopo Youth Of Dissent del 2020, passano con fluidità dai Kyuss ai Nirvana facendoci credere che tutto questo sia ovvio e normale, buttano nella mischia stoner, punk e alternative rock senza sembrare stantii manco un secondo. Sì, perché è questo il bello della musica (e forse il brutto delle gallerie): che è matematica e però non è prevedibile. Se hai talento, la tua pastasciutta anni Novanta è buona. I 1000mods cucinano una pastasciutta super-buona. Dipende da cosa volete dalla vita, dicevo: forse qualcuno lì nel loggione coi Muppet vorrebbe che a Trieste ci fosse la line-up dell’Atonal di Berlino (intendiamoci: anche a me rode il culo che Tim Hecker suoni a Udine e non a casa mia), ma là sopra, sull’altipiano dove suoneranno i 1000mods, domina ubriaco e molesto il Kras’n’roll, e quindi tocca stacce. Sarà davvero divertente.

Cose che troverete nelle domande e su cui potreste non essere informati: nel 2017 i 1000mods hanno suonato a Tetris (Trieste), Tetris è stato il posto dove per più di dieci anni è passato un grosso pezzo dell’underground internazionale; esiste un documentario recente sulla scena greca, Greek Rock Revolution; Youth Of Dissent (2020) è il quarto album dei 1000mods, prodotto da Matt Bayles, che nella vita ha lavorato con Botch e Isis; “Lucid” è un pezzo di Youth Of Dissent che potrebbero aver scritto i Green Day, ne esiste una versione acustica lenta e orientaleggiante suonata insieme a uno dei Mohammad (se non sapete chi siano i Mohammad, ho un link per voi, mi ringraziate dopo); “Less Is More” è un brano triste e riflessivo che non ti aspetti da chi è partito dai Kyuss, che parla di paure che divorano; “Electric Carve” è un pezzo più vecchio (dal terzo album Repeated Exposure To…, uscito nel 2016) che sa di Queen Of The Stone Age ma semplicissimi, perfetto per buttarsi giù da una scalinata con la BMX.

Avete suonato a Trieste a maggio 2017. Ero parte dello staff della venue e ancora ricordo quella sera. Adesso è impressionante vedere quanta gente va ai vostri show oppure guardare documentari realizzati apposta sulla scena rock greca. Ora invece parlo da un punto di vista internazionale: la scena stoner rock è piena di cloni e di musicisti che scommettono solo sul sicuro. Non dev’essere semplice emergere se ti piace questo genere. Quale è il vostro segreto? Personalità? Lavoro duro? Tour infiniti?

Labros (batteria): Ci siamo divertiti moltissimo a Trieste quella volta! Meravigliose vibrazioni e grande ospitalità! Non c’è un segreto. Ma di sicuro duro lavoro e tour incessanti aiutano molto a raggiungere più gente possibile. Ovviamente alle persone deve pure piacere la musica.

Ero teenager negli anni Novanta. Il cosiddetto “Seattle Sound” mi ha aiutato ad affrontare periodi molto difficili, quindi sono stato molto contento di scoprire la vostra vena grunge con Youth Of Dissent. Che potete raccontarmi del vostro rapporto con quel sound?

Siamo cresciuti nei Novanta pure noi, eravamo fan del Seattle Sound sin da subito e sin da subito ne eravamo influenzati. Quando ci siamo messi a comporre per Youth Of Dissent ci siamo resi conto in quel momento che la nostra creatività stava cominciando a gravitare intorno a quella parte di noi stessi e abbiamo deciso di andare a Seattle e registrare la nostra musica in quello che era diventato il posto più adatto per farlo.

Youth Of Dissent inizia con “Lucid”, uno dei miei pezzi preferiti. Esiste una versione alternativa meravigliosa di “Lucid”. Mi ha sorpreso vedervela suonare assieme a Nikos Veliotis dei Mohammad (oggi MMMD). Ascolto tanto i MMMD: drone profondi e melodie ammalianti. Come conoscete Nikos? Sembra essere una figura molto riverita dell’underground greco.

Nikos è una specie di leggenda della scena underground greca e ha registrato alcune delle robe oscure più fighe in giro. Eravamo suoi fan e lo abbiamo raggiunto quando abbiamo deciso di realizzare la versione acustica di “Lucid”. Siamo stati molto bene durante le registrazioni e ci siamo divertiti molto, speriamo di fare altre cose in futuro assieme!

Una delle mie altre preferite del vostro ultimo disco, prova tra l’altro che non vi piace ripetervi, è “Less Is More”. Sono curioso di sapere qualcosa sul testo. Sembra molto personale.

La gran parte dei nostri testi provengono da esperienze personali, sofferenze, osservazioni… “Less Is More” parla delle difficoltà che affrontiamo per via della vita che abbiamo scelto di fare.

Facciamo un gioco e teniamo vivo lo spirito dei Novanta. Molti film in quel decennio avevano colonne sonore killer con pezzi rock (da “The Crow” a “Singles” e “Trainspotting”). Adesso possiamo casomai  ascoltare roba ultraclassica in certi film di supereroi (“Iron Man” dev’essere stata una scelta facile). Per favore, scegliete un film e metteteci un vostro pezzo dentro. Un attimo! Avete già “Groundhog Day”…

(ride, ndr) Sceglierò un regista dato che penso che molti nostri pezzi potrebbero star bene in un film di Jim Jarmusch. Ci affascina sempre con le sue scelte per le sue colonne sonore e le sue scene sono adatte a un sound, heavy, psichedelico e drone.

Cos’è Supervan Records? Avete prodotto la vostra birra, giustamente battezzata Super Van Lager. Com’è nata l’idea?

Per continuare dalla domanda precedente, quando eravamo teenager uno dei nostri film preferiti era “High Fidelity” e per noi sarebbe stato un sogno lavorare in un negozio di vinili. Dopo la pandemia abbiamo trovato un piccolo posto e lo abbiamo trasformato in un negozio di dischi dove però puoi anche stare con gli amici e parlare di musica bevendoti un paio di birre.

Per quanto riguarda la nostra birra, era un anche questo un sogno antico, ma cercavamo il team giusto con cui produrla (beviamo soprattutto lager). Ci siamo messi assieme alla fabbrica di birra Seven Island e il risultato è stato migliore di quanto ci aspettavamo.

Avete prodotto la vostra birra, e avevate già mostrato il link tra la vostra musica e altri aspetti della vita. Il video per “Electric Carve” (pieno di surfisti, snow- e skate- boarder) è “dedicated to all your fans using your music for their action videos”. È ovviamente fantastico quando una band diventa la colonna sonora di una vita. Com’è successo? Eravate sorpresi?

Anche noi facciamo “action sports” e apprezziamo il tiro e la mentalità di queste persone. Quando abbiamo capito che la nostra musica era quel tipo di musica che la gente ascoltava facendo tutti questi sport, abbiamo voluto scrivere una canzone proprio a mo’ di tributo. A quel punto il nostro amico Themis Labridis (anche lui appassionato di sport estremi, che documenta tramite video) se n’è uscito con l’idea del clip e così ha creato lo scenario perfetto per “Electric Carve”.

State componendo nuovo materiale? Vi aspetto comunque, ma vorrei sapere se avete qualche sorpresa per l’Italia.

In questo momento siamo nel mezzo della composizione e dopo un tour americano autunnale saremo in studio a fare il prossimo album. Le sorprese non sono sorprese se te le dico. Grazie per averci ospitato e a presto!