TOLERANCE, Anonym

Su queste pagine raramente si parla di ristampe, ma questa volta fare una eccezione è possibile se non altro perché il misterioso disco in questione era uno dei più ricercati fuori-catalogo della storia della musica elettronica giapponese.

Regione sud del Kansay, Osaka, 1978: una studentessa di medicina con interessi musicali, Junko Tange, e il chitarrista Masami Yoshikawa si fanno pubblicare dalla locale Vanity Records due piccoli, seminali dischi con il nome di Tolerance, intitolati Anonym (1979) e Divin (1981).

Sono lp che contengono musica astratta, elegiaca, antesignana di quel genere che un paio di decenni dopo fu definito “hauntology”, neologismo mutuato dal filosofo marxista Derrida (“la natura atemporale del marxismo e la intrinseca tendenza a “infestare”, “haunt”, la società occidentale, persino dalla tomba – “Gli Spettri di Marx”,1993). Concetto ricontestualizzato ad inizio millennio da intellettuali e critici quali Ian Pellman, Simon Reynolds, Mark Fisher, che lo hanno collegato a una musica pop contemporanea insidiata costantemente da un passato sonoro retrofuturista e nostalgico. Di questa attitudine erano alfieri le britanniche Ghost Box e Warp con band quali Belbury Poly, Focus Group, Advisory Circle e – su tutte – Boards Of Canada. Al netto di queste riflessioni teoriche vanno dette tre cose: Junko Tange di hauntology, al tempo, non sapeva nulla; di lei dal 1981 in poi si perdono completamente le tracce; va dato gran merito alla preziosa ricerca della label newyorkese Mesh-Key, che ha coinvolto Stephan Mathieu per la rimasterizzazione.

Anonym comprende nove brani originali, quasi quaranta minuti di musica fantasmatica, amabile, a tratti inquieta, con la voce enigmatica di Junko in equilibrio sulle note di pochi strumenti: la chitarra di Masami Yoshikawa, un pianoforte Rhodes, rare percussioni sintetiche, un’elettronica, inevitabilmente, di natura analogica. Calibrati da un sostanziale ed omogeneo tratto sonoro, tutti i brani sono notevoli: dall’onirico incipit di “Two Owls”, sorta di ninna nanna strumentale à la Syd Barrett, al motorik di “Osteo-tomy”, senza scordare o la title-track col suo recitato di cui tanto vorremmo sapere il significato. “Through The Glass” e “Tecno-Room” sono entrambe oscure con accenti lynchiani, se non fosse che nessuno all’epoca poteva aver visto un film di David Lynch. “Voyage Au Bout De La Nuit”, citando il romanzo di Céline, è l’inquietudine di uno spettro (Marx?) segnata da un insistente rimbalzo catatonico fra il pianoforte e i battiti metallici da (novecentesca) catena di montaggio. Tutto è avvolto in una atmosfera scarna, zen ma, se possibile, nervosa. Siamo lontani anni luce dalla musica dei contemporanei e conterranei Sadistic Mika Band o Yellow Magic Orchestra, che oggi risulta inevitabilmente stra-datata, piuttosto i Dumb Type raccolsero il testimone del duo di Osaka, trasformando strutturalmente la musica elettronica giapponese e non solo quella.

Anonym è disponibile su Bandcamp e su vinile con anche il secondo album Divin, così che la Mesh-Key si aggiudica con largo anticipo il premio per la ristampa dell’anno.