PAVOR NOCTURNUS, Ecatombe [full album stream]

Andò più o meno così. Grazie ai miei continui scambi produttivi con Marco Valenti, l’uomo dietro Toten Schwan Records, un paio d’anni fa capitai sul primo disco di Pavor Nocturnus, progetto di Eugenio Mazza, titolato Bosch. Un lavoro non facilmente decodificabile: oscuro, sacrale, impastato, a suo modo romantico. Lo tenni lì, in attesa di sviluppi, tra la mole di ascolti che si susseguirono da allora. DI norma lo ascoltavo in auto, alla guida, sulle spoglie strade mattutine. Dopo circa due anni, d’improvviso, la notizia di un nuovo album, da parte dello stesso Eugenio. Inciso per Cyclic Law, ricordiamo, già etichetta di progetti del calibro di Nordvargr, Phurpa, Sum Of R, Ashtoreth, Shedir, Trepaneringsritualen e molti altri. Indizi che il suono e l’operato di Pavor Nocturnus fossero ormai a livello di molti altri sperimentatori attivi in quella linea d’ombra fra dark ambient, noise, sperimentalismi ed ascese. Come da tradizione ho approcciato Ecatombe, il nuovo album di Pavor Nocturnus, in auto, incolonnato durante un rientro a casa: solo in un secondo tempo immagino come questa condizione possa avvicinarsi ai fattori che portano Eugenio Mazza a procreare ed a progettare queste musiche. Milanese, alle prese con una città fagocitante in cui le arterie stradali stringono i nostri corpi all’interno di veicoli sempre uguali. Oppure bloccato in casa, durante gli anni di pandemia che in qualche modo ci hanno fatto attendere, in colonna, che qualcosa succedesse. Una risoluzione, una strage, una Ecatombe, per parafrasare il titolo del suo lavoro: disco che riesce ad avvolgerci, entrando a far parte del nostro io più intimo, come le nostre più grandi paure, facendoci vibrare e crollare.