LES LULLIES, Mauvaise Foi

A cinque anni dall’omonimo album d’esordio i Lullies da Montpellier pubblicano per Slovenly Records questo Mauvaise Foi, accompagnato da un tour europeo che sta facendo parlare molto di loro, affermandoli come una delle realtà più promettenti nell’ambito rock’n’roll europeo. Se il debutto proponeva una ricetta a base di garage punk/rock’n’roll graffiante e selvaggio per lo più in inglese, questo secondo lavoro fa alcune modifiche che nell’insieme funzionano, ma senza dubbio tracciano una differenza non trascurabile. Oltre a un maggior uso del francese, sin dalla prima traccia – che dà anche il titolo all’album – si notano una maggior pulizia del suono oltre a una maggior ricerca della melodia e dell’elemento “catchy”, che comunque non per forza implica una “poppizzazione” eccessiva. In egual maniera non passa inosservato un “rallentamento” ritmico che rende l’insieme meno selvaggio e sguaiato. Questo può essere dovuto al fatto che l’impronta musicale qui è più tesa verso il glam rock classico, con numerose incursioni nel power pop, il che rende in automatico necessari questi cambiamenti. Nel complesso Mauvaise Foi è comunque ottimo, si diceva ben registrato ma è anche suonato meglio, con tracce che scorrono benissimo una dopo l’altra e che lasciano la voglia di imparare la lingua francese per poterle magari un giorno cantare sotto a un palco. Chi è rimasto folgorato dal primo album senza dubbio all’inizio rimarrà perplesso e confuso, ma conviene dare più chance d’ascolto a questo gruppo che evidentemente non ha paura a uscire dalla propria comfort zone e ha molto da dimostrare anche al di fuori di essa.