ADRIANO ZANNI, These Important Years

Attraverso i buchi che strappano le maglie di una rete possiamo vedere cose molto differenti. Toni più chiari, nitidezza, definizione. Può essere il caso oppure la mira. These Important Years è un lavoro a tutto tondo per Adriano Zanni: libro fotografico di 104 pagine con le sue fotografie, più una serie di QR codes che ci conducono a interventi e registrazioni audio ed un disco nel quale trovano spazio chicche sparse della carriera di Adriano, già attivo come Punck eoni fa. Il suono che ci suggerisce come commento alle immagini talvolta è materico e in altre situazioni liquido, muta per rimanere il giusto contraltare a paesaggi in cui i protagonisti sono forme di resistenza naturale, declinati nel regno animale, vegetale od architettonico.

Le scale di grigi che veicolano l’immaginario di Adriano Zanni rendono i paesaggi onirici, creando un film in continua evoluzione. Un film che può cambiare stato, quasi come l’acqua, ma che come essa ci conduce sempre sulle medesime strade. Poi l’umano. L’umano va definendosi e conquista grazia e bellezza, forza, sofferenza, trasposizione materica ed artistica in forma di statua, o di David Thomas. Ci sono gli stacchi e le rotture, ci sono i confini. Ci sono i molti mondi che vanno a creare il complesso universo di un artista, fatto da elementi naturali, musi grifagni, balli di gruppo ed angeli. Mariadonata Villa, scrittrice e traduttrice, nel booklet sulle persone scrive che […] se non fosse per le scritte alle spalle, le collocheresti tutte nella stessa città d’inverno, in riva a un’acqua fredda. Parla anche di collasso, anche se – più di che di caduta, crollo – per l’immaginario zanniano mi sembrano più adatti termini come onestà e debolezza, per via di come si riesce a mostrare luoghi, persone e suoni discosti passandoci la loro importanza senza ergerli su di un piedistallo, bensì posandoli in maniera spontanea e ordinata, magari in una Warehouse, per citare la premiata ditta Hüsker Dü, la stessa che ha ispirato il titolo del progetto.

Ti ricordi?

Suoni, immagini, memorie nelle quali viaggiare liberamente, senza un cicerone od una guida stilistica. Solo degli anni importanti, quelli fra il 1988 ed il 2022, in compagnia dell’anima di Adriano Zanni.

Winter days, people, love, pain, noise, fear electronic frequencies, field recordings, punk rock, memories, ordinary life, common stories and soundscapes.
A private diary about these important years

Quando un artista ti dice che il suo è un […] colossale e per certi versi definitivo lavoro non è cosa o materia che si possa valutare, si tratta semplicemente della sua raggiunta soddisfazione, pace, zenit. Forse, oppure fra sei anni incontreremo Adriano Zanni al bar e ci racconterà di come si fosse sbagliato, di come dietro l’angolo avesse poi trovato un’ulteriore vena di quegli anni e di quei segni. Certo è che – se dobbiamo occuparcene ora – rispetto a Red Desert Chronicles qui la faccenda è più drammatica e meno artistica, più punk rock. È un libro ma è una fanzine, è un disco ma è anche il rumore di fondo di una provincia che non finisce mai, è parte della vita di Adriano Zanni, un artista che ci riteniamo fortunati a conoscere.

A proposito di punk rock, poi: date un’occhiata all’immagine sovrastante la pagina Bandcamp del nostro. Viratela in giallo, pensate a Don Zientara e al Forte Prenestino…