KRUGER, 333

Kruger

Attivi da dodici anni e autori di quattro album, gli svizzeri Kruger tornano con questo ep che ribadisce la loro voglia di seguire un percorso autonomo attraverso la scena post-metal più contaminata e visionaria. Sono stati spesso paragonati a nomi tra loro alquanto differenti, per esempio Botch, Neurosis, Samael, Unsane, Celtic Frost, Tool, Breach… tanto per indicare quanto la loro formula sia varia e sfaccettata, anche se in realtà l’interesse suscitato da queste due tracce sta proprio nella possibilità di parlarne senza dover per forza estrarre dal cilindro qualche nome famoso a mo’ di specchietto per allodole. Molto più utile descrivere un suono che unisce vere e proprie canzoni a un piglio sperimentale (astratto, a momenti): perfetta in questo “The Wild Brunch”, composizione al cui interno s’intersecano bordate postcore e aperture psichedeliche, vocals sofferte e linee melodiche sognanti, senza per questo compromettere la coesione interna e un’evidente voglia di comunicare emozioni all’ascoltatore. Non tutto è perfetto e qualche segno di auto-indulgenza ogni tanto fa capolinea tra le righe dello spartito, ma nel complesso questo breve assaggio sottolinea lo stato di salute della band e incuriosisce chi finora se li era persi. Spetterà al prossimo lavoro sulla lunga distanza il compito di confermare la buona impressione e fornire la prova dell’effettivo valore dei Kruger.