Il mio grosso grasso gruppo doom inglese: Conan

Conan

Il tuo gruppo si chiama Conan, conoscete un tizio incredibile che vi disegna delle copertine bellissime a tema sword and sorcery, suonate doom metal: in pratica ogni fan del genere sa già come sarà un vostro album (per inciso, quattro full length tra il 2012 e il 2018: Monnos, Blood Eagle, Revengeance, Existential Void Guardian) senza avervi mai ascoltato, ma non si sa come (o forse a volte basta davvero solo fare bene ciò che si sa fare bene) resti interessante per più di dieci anni, in un contesto sovraffollato e affrontando continue defezioni. Abbiamo chiesto a Jon Davis come c’è riuscito. La notizia, se non la sapete già, è che c’è un’unica data dei Conan a Milano il 3 novembre (Legend Club). 

All’inizio avevate un suono grasso, mentre adesso penso che siate pesanti in un modo diverso. Non so spiegarmi meglio, quindi mi chiedo se avete cambiato equipaggiamento e se avete sempre in mente lo stesso schema su come debbano suonare i vostri pezzi. Penso che nell’economia delle vostre canzoni il suono rappresenti una parte importante (probabilmente di più che per altre band).

Jon Davis (chitarre, voce): Mi è davvero piaciuto come abbiamo registrato Horseback Battle Hammer e sì, forse il nostro sound è cambiato un po’ da quella volta. All’inizio volevo essere il più “bass heavy” possibile, e questo si sentiva nei dischi. Forse adesso abbiamo cercato di ottenere un sound più grosso che semplicemente “bass heavy”.

Mente Horseback Battle Hammer aveva poche, lunghe canzoni, con i dischi successivi avete iniziato poco a poco a scrivere canzoni più corte, con più groove e un che di sludge. In che modo pensi che si sia evoluto il vostro stile in questi dieci anni?

Direi che abbiamo decisamente espanso il nostro sound. Più scrivi, più naturalmente il tuo sound evolve, ma solo e se glielo permetti. Non ho mai avuto paura dell’evoluzione naturale, bisogna aspettarsela, e credo che come risultato siamo rimasti interessanti nonostante il nostro genere stia diventando più stantio.

Sin dai primi giorni hai affrontato tanti cambi di formazione. Chi sta dentro adesso e quale è, secondo te, sempre che ce ne sia una specifica, la ragione di tante sostituzioni? Pensi che le differenti formazioni siano responsabili per un approccio diverso al sound dei Conan o hai cercato di restare leale alla personalità originaria della band?

Penso che siamo rimasti abbastanza fedeli al nostro sound originale. Non è questo grande affare cambiare compagni di band qui e là, ma succede alla maggior parte dei gruppi, almeno a quelli che durano per un po’. La line-up attuale è la stessa dal 2017 e va alla grande. Stiamo lavorando a nuovo materiale e abbiamo, come sai, un po’ di concerti fighi da fare.

Avete sempre avuto un che di epico che passa per la vostra musica e per i testi. Come vedete la connessione tra musica doomy e tematiche di solito legate a un sound più heavy metal? Pensate che quest’accoppiata sia qualcosa di obbligatorio per il vostro immaginario o credete che la vostra musica possa anche funzionare con tipi di testo diversi?

Penso che il nostro abituale stile nei testi sia quello più adatto a noi, non ci starebbe bene addosso qualcosa di più vicino al mondo reale. Sono ispirato dalle storie sword and sorcery e dalla mitologia, e semplicemente non sono molto interessato a stare troppo lontano da loro.

Conan

A volte fate canzoni lente, a volte molto aggressive e diritte. Le scrivete o provate separatamente (quando avete uno stato d’animo diverso) o sono due aspetti di uno stesso modo di sentire? Che emozioni volete esprimere attraverso di esse?

Non sono sicuro che siano davvero coinvolte emozioni, noi di base proviamo quando possiamo e cosa esce, esce. Ora, in questo momento, mi diverto a suonare musica più lenta e penso che il nuovo album colpirà molto forte, in generale, forse, con dei tempi  più rallentati.

Prendiamo una traccia come “Amidst The Infinite” come esempio. Penso che il modo in cui aggiungete livelli vocali differenti alle vostre canzoni aggiunga anche molto feeling ai vostri ultimi due album Revengeance ed Existential Void Guardian. Facendo così, date ai vostri pezzi un’atmosfera più composita, qualcosa di poco comune nel genere doom. C’è un contrasto con il riffing pesante e la batteria impetuosa, e io penso che tutto  ciò sia parte della vostra personalità. Chi ha portato quest’idea a tavola e perché? Quale è il contributo di ciascuno di voi alle canzoni?

Questa idea delle armonie vocali è di Chris (Fielding, basso), che è il nostro produttore. Cerca sempre di fare diversamente ciò che facciamo, di migliorarlo e di cambiarlo. Le vocals aggiuntive su “Amidst The Infinite” sono davvero un cambiamento completo per noi, la canzone è del tutto diversa da ciò che mettiamo in circolazione di solito, ma è stato molto divertente realizzare qualcosa di inusuale.

Il vostro immaginario è legato ad Anthony Roberts. Potete spiegare cosa vi ha attirato della sua arte e cosa ha determinato che la vostra partnership diventasse duratura?

Ci hanno presentato Tony quando stavamo mettendo insieme Horseback Battle Hammer, era il 2009. Lo abbiamo chiamato per gli artwork sin da quella volta. Nel momento stesso in cui ho visto i suoi lavori, ho capito che lui sarebbe stato il migliore per noi, e non mi sbagliavo.

Questa è collegata alla domanda precedente ed è un modo per finire l’intervista con un sorriso. Sarete in tour molto presto: tutti qui amano il vostro merch, specie le t-shirt. Quale è la tua t-shirt dei Conan preferita?

Domanda difficilissima! La mia preferita è sempre la prossima, dovete aspettare e vedere.