HOLY SIMILAUN, Radicor Al Flort, Espert On’ill Il Erb, Aor Raetia

Marco Marmo, da Trento, ha sempre dimostrato di lavorare benissimo con Kohlhaas sui suoni più liminali. Dischi come le variazioni goldberghiane di Claudio Rocchetti, Pietra E Oggetto di Luciano Maggiore, Giovanni Lami tutto, Calce di Stefano de Ponti, che hanno bisogno di cura ed attenzione per sprigionare il loro fascino e il loro potenziale, proprio come Radicor Al Flort, Espert On’ill Il Erb, Aor Raetia.

Holy Similaun torna investendoci di nebbia e dolci litanie vocali in sottofondo. Attivo dal 2017 con questa incarnazione, sceglie con cura i propri collaboratori (la sirena Archipel alla voce e all’artwork, che traspare nella sua assenza, rouge-ah all’arpa, Giovanni Lami alle registrazioni vocali), colorando due lunghe composizioni. Nella prima la voce di Archipel si poggia sul fondo sonoro come l’apparizione di una creatura che ci parla in una lingua misteriosa e suadente, per una rarefazione ambient che gode di interventi lontani sul finire, lasciando sparuti archi risuonare a distanza. Nella seconda il tessuto sonoro si fa più inquieto e disturbato, la presenza-voce è limitata all’apertura, con una linea sonora che va a frantumarsi sotto le manipolazioni ed i tagli, quasi venisse meno la possibilità di esposizione lineare della musica. Al termine, abbandonato il cartoccio creato, una bava di suono ci accompagna all’uscita di un mondo sospeso ed aereo. Note ed atmosfere rimangono impalpabili, lasciandoci basiti, come di fronte a una cosa bella che non riusciamo a comprendere fino in fondo.