FOTOCRIME, Accelerated

Recentemente aggiunti alla paludosa congrega di Swamp Booking, tornano da Louisville i Fotocrime con il loro quarto album, primo per Artoffact Records. Siamo negli anni Ottanta più brumosi e tormentati, Ryan Patterson ai comandi con il suo baritono e nebbia nella desolata provincia tutt’intorno. Il background della band è composto da diversi progetti punk e hardcore come Coliseum, Xerxes e Breather Resist. Dal 2017 l’onda è cambiata e sono tornati i fantasmi del passato, quelli con le fattezze di Matt Johnson e di Dave Gahan, ad adombrare l’Illinois.

Brani densi e suadenti, dai orientaleggianti come i “I Still Need You Here”, si alternano a scudisciate dance da darkroom come “Turn Away”. Sempre più spesso questa visione musicale sembra tornare al centro, a riprova della capacità di trasmettere malessere e tormento, insieme ad un lezioso languore. Tastiere, synth e toni che vanno dal grave all’oscuro, per un lavoro coeso e personale. Per la prima volta l’album è stato costruito non come diretta emanazione del leader ma con l’apporto in sede di scrittura e composizione di Nick Thieneman e Will Allard, chitarrista e bassista nonché addetto a piano e sintetizzatori.

L’impressione è quella che i Fotocrime abbiano un controllo assoluto della materia: tre navigati musicisti che modellano e muovono l’oscurità a loro piacimento, portando l’afflato soul delle linee vocali di Patterson in quel mondo che dal punk è passato a una darkwave di spessore. “Primordial Blues” va oltre, recuperando suoni da outback in bianco e nero in una cornice rock che richiama fantasmi australiani. Il disco cresce con gli ascolti e con la scaletta che riserva le migliori sorprese sul finale, con una “Pulsar 99” che si stacca da tutta la zavorra per librarsi in aria e una “Night Must Fall” alla quale non possiamo che credere, sentendoci comunque protetti dal buio, armati di giubbotti di pelle e dalle canzoni di Accelerated.