Ben Frost feat. Greg Kubacki & Tarik Barri, 8/10/2023

Roma, Auditorium Parco della Musica. Le foto sono di Cosimo Trimboli, che ringraziamo.

Ben Frost torna al RomaEuropa Festival dopo alcuni anni, con un live furioso e incandescente con cui anticipa il suo nuovo album, in uscita a gennaio 2024.

È il progetto in combutta con il chitarrista metal-progessive newyorchese Greg Kubacki (Neck, Car Bomb) e con i visuals affidati a Tarik Barri, già collaboratore di Nicolas Jaar, Thom Yorke, Robert Henke ed avvistato al CTM berlinese nel 2021 per un memorabile live assieme all’artista tedesco-iraniano Sote. Tutto questo conferma la vocazione di Ben Frost a collaborare con artisti di diverso ambito per rimescolare le carte e affermare un’identità musicale ibrida in un contesto generale di crisi per il Pianeta: dalle guerre in atto ai cambiamenti climatici, ogni fatto ci parla di un presente minaccioso e di un futuro dove la sola certezza sembra essere la fine della civiltà umana. Questo live, un’anteprima esclusiva europea, è dunque metaforicamente vissuto dagli ascoltatori come una tempesta magnetica, con i visuals di Tarik Barri, asciugati da qualsivoglia retorica digital, a enfatizzare una dimensione drammatica e dunque sovrapposti alla massa sonora composta dalle macchine di Frost ed evocata violentemente dalla Gibson Explorer di Kubacki in loop iterativi che spaventano una parte di platea, che fugge presto dalle comode poltrone della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, ma che entusiasma i più!

Certo l’atteggiamento palesemente nevrotico ed ostile di Kubacki verso i tecnici del suono on-duty per il live distrae in alcune fasi sia il pubblico, sia Frost, che vede aggirarsi nervosamente il “suo” chitarrista fra i monitor (rovesciandoli) e gli amplificatori (letteralmente spostandoli), ma infine anche questo contribuisce alla costruzione della tensione e a trasmettere un senso di violenza immanente. Lunghi applausi liberatori finali.

Ad aprire la serata era stato un breve live della sound artist svizzera Noémi Büchi, col quale presentava il suo nuovo album Matter, lavoro che riflette e rilegge i metodi compositivi di autori del primo Novecento in chiave contemporanea. Una musicista giovane e promettente che nel passaggio dalla sound art alla musica elettronica tout court dimostra notevoli doti: un nome da tenere d’occhio.