DUCHAMP, Nar

DuChamp

Ho un rifiuto totale per l’argomento (è perché sono stupido, non per altro), quindi non sono la persona più adatta per parlare di Occulto Magazine, rivista scientifica sui generis collegata a DuChamp, italiana che vive a Berlino, dove organizza anche concerti e mostre. Certo è che, per comprendere davvero la sua estetica, occorrerebbe analizzare meglio il contesto nel quale nasce, che in qualche modo crea un alone spaziale intorno al suono o almeno me lo lascia pensare. La musica ha a che fare con l’abusata declinazione ambientale della chitarra, che – quando c’è una donna a muovere i fili – subito porta a paragoni con Grouper e Jessica Bailiff. Nar, però, inizia con una fisarmonica, che, assieme ad altre scelte sonore, sposta a istinto lo sguardo verso Pauline Oliveros, ma DuChamp non è né l’una né le altre: sta da qualche parte là in mezzo, in un perimetro tutto suo. In questi casi, di solito, vincono sempre la capacità di scavare nel profondo e una certa fisicità: DuChamp le possiede e per fortuna, laddove all’estensione interminabile del suono sostituisce/sovrappone accenni più musicali e qualche idea, non annoia. Nulla da dire, anzi, ma anche quest’anno sarà rissa per farsi notare in ambito drone.