WITCH FEVER, Congregation

Gli antefatti sembrano appartenere a una pellicola horror a bassa risoluzione, oppure intrecciarsi con la trama tra sacro e profano del telefilm “Servant”, attualmente alla sua quarta e ultima stagione. Amy Walpole ha fatto parte, durante la sua adolescenza, di un’ottusa e dunque ancor più spaventosa congregazione religiosa, ma ha deciso di sfoggiare il suo tasso di “eresia” nella maniera più intelligente possibile, cioè formando una band, le Witch Fever da lei guidate e completate da Alex Thompson, Alisha Yarwood e Annabelle Joyce. Anziché bruciare sul rogo della condanna benpensante, il quartetto di Manchester ha incanalato la fiamma nei tredici brani in scaletta, per un esordio sulla lunga distanza – intitolato proprio Congregation – per certi versi magari ancora acerbo eppure dannatamente convincente, tra sporcizia post-grunge, riffettoni filo-doom, foga punk-rock discendente dalla miglior scuola riot grrrl anti-establishment, anti-patriarcale, anti-clericale ed estetica goth. Un melting pot tra Black Sabbath, Nirvana del periodo Bleach e Savages che genera canzoni quando più quando meno anthemiche, heavy e accessibili in un colpo solo, che è ciò che conta persino sul piano generazionale nel veicolare senza edulcorazioni la rabbia derivata da ogni forma di abuso, sentire “Sour” e “12”. La Via anti-Crucis funziona: dalle maledizioni a squarciagola di “Blessed Be Thy” (I’m crushing popcorn kernels underneath my knees / To feel closer to the trinity) ai rollercoaster elettrici di “Beauty And Grace” e “At The Core”, sino all’epica furente della title-track (Every Sunday I’d fail / To feel an ounce of presence / Wracked with guilt / The whole congregation). Non si risparmiano nelle loro invettive, Walpole e socie, e in “I Saw You Dancing” centrano anche una notevole cartuccia dal groove malsano (con tanto di B-videoclip), mentre in “Snare” specificano a tutto volume it’s my body my choice e funzionano persino quando rallentano parzialmente i giri con “Bloom” o “Slow Burn”. In attesa di sviluppi futuri, ci iscriviamo immediatamente alla loro piccola setta.

Tracklist

01. Blessed Be Thy
02. Beauty And Grace
03. At The Core
04. Congregation
05. Deadlights
06. Market
07. I Saw You Dancing
08. Snare
09. Bloom
10. Sour
11. Bloodlust
12. Slow Burn
13. 12