TRISTAN DA CUNHA, Praia [+ full album stream]

Si chiama “Praia”, s’affaccia su di un oceano di delusioni e c’entra davvero poco con l’estate. Di questa ricorda forse solo i crepuscoli, quello prima dell’alba, quando tutti dormono, o quello dopo il tramonto, quando è finito il casino, due momenti in cui spesso ci si trova improvvisamente da soli coi propri pensieri. I Tristan Da Cunha, duo chitarra-batteria che abbiamo già incontrato, dicono di suonare “honest post-rock”, tagliando le mani a qualsiasi recensore, dato che la definizione basta e avanza anche per questo nuovo album. In un mondo di immagini modificate e filtrate, sempre più mediato dall’artificio, loro si presentano senza trucco, a parte quello classico del genere che suonano, la dialettica pieni/vuoti (i famosi saliscendi). Le imperfezioni e le sbavature sono parte di un discorso il cui senso è comunque chiaro. Sono tristi come gli Arab Strap e dei primi Mogwai, qualcosa che oggi si trova solo negli Oiseaux-Tempête, dei quali ovviamente non hanno (non vogliono/non possono avere, fate vobis) la complessità. Qualcuno si chiederà quali possano essere gli sviluppi di questo sound, ma è un po’ come chiedersi quali possano essere gli sviluppi per un gruppo rockabilly: a loro piace fare quello che fanno, prendere o lasciare.