TRANSTILLA, III

Questo duo olandese stavolta punta altissimo. III, seguito di I e II, entrambi del 2019, vorrebbe infatti essere la trasposizione musicale di sentimenti o, meglio, di “quel che proviamo ascoltando musica”.

Sei tracce prolungate, ottime per sferzare le mattine d’autunno. Coltri di chitarre ambientali, oceani statici di suono che nell’iniziale “Ferlern” danno le coordinate sostanziali dell’intero lavoro. Suono come onde regolari, come respiri, come battiti. “Paesens” è lieve, ovattata, sembra ricoprire di nubi un fascinoso sentore d’organetto che scema nel finale, lasciandoci sazi. In “All Love Lost” si conferma la profezia e il suono dei Transtilla è realmente allineato con pulsazioni e respiri. “Petre De La Meuse” riempie ogni spazio intorno a noi di luce, bucolica alba agreste che, forse, è semplicemente l’uscita dal nostro corpo di ciò che potremmo chiamare spirito o anima. Musica soul? Trascendentale? New Age? Quale che sia, chiamatela come diamine vi pare, basta che alziate il volume e la facciate scontrare con i vostri corpi. Noi ormai abbiamo imparato ad accogliere i suoni dei Transtilla, ultima traccia compresa, una “Sketch For Paul” dedicata a Paul Dokter dei The Serenes, scomparso nel 2020 ed importante riferimento di certa psichedelia gentile frisia. Benvenuto nella nostra orbita è bella nostra luce.