Super Cayman Bros

I Cayman The Animal hanno deciso di prendere tutti di sorpresa con un disco che non costa soldi ma l’impegno di conquistare brano dopo brano superando i vari livelli di un gioco scaricabile gratuitamente sul proprio telefono. Dopo esserci cimentati con alterne fortune, io e il prode Renato Failla abbiamo deciso di scontrarci con i Cayman The Animal per creare un nuovo livello di “Cayman Fantasy”. Vista la nostra scarsa abilità nel programmare e creare un’applicazione, abbiamo optato per la tastiera del pc come arma e un foglio word come campo di battaglia. Non si vincono brani ma qualche dietro le quinte e, si spera, qualche informazione utile. Buona lettura.

Renato: 5 dischi, dieci anni, quindi un disco ogni due anni: se foste di un’altra Nazione sarebbe considerato un lavoro, lo sapete sì?!

Diego (voce): Meno male che non è un lavoro, altrimenti avremmo fatto cose molto brutte. Seriamente: al di là delle facili prese di posizione contro il lavoro (essere pagati per quello che più ci piace fare sarebbe bellissimo per tutti, non prendiamoci in giro), personalmente non credo che riuscirei a gestire in maniera per me soddisfacente la creatività se mi dovesse servire a pagare l’affitto e a fare la spesa.

Roberto (chitarra): In quell’altra Nazione ne avremmo fatto solo uno però, poi ci avrebbero licenziati.

Marco (batteria): Nella primissima formazione avevamo solo una chitarra, Leo, che è stato convinto a unirsi alla band perché avremmo fatto i soldi. Poi con l’arrivo di Roberto, dopo il primo concerto, abbiamo iniziato a capire che la strada giusta è far sparire i soldi dalla faccia della terra.

Leo (chitarra): Dove? Quanto pagano a disco? Mi pare in Francia.

Michele: Quale è la formula segreta dei Cayman, quanto conta l’amicizia e il divertirsi insieme nel portare avanti una band oggi in cui tutto brucia nel giro di un attimo?

Leo: Tutto.

Roberto: Per fortuna non c’è nessuna formula! La voglia di stare insieme, che una volta era la voglia di visitare tutti gli autogrill di Italia per osservare i cd in vendita e i maxi libri contenenti tutti i romanzi di Italo Svevo, è sicuramente il motore di tutto.

Marco: Siamo molto amici e ci piace fare le cose insieme, quindi tutto viene abbastanza naturale. Vorremmo passare molto più tempo in sala prove e in giro per i caseifici Italiani ma la vita sfugge sempre tra le dita finché non riusciremo ad eliminare tutte le banconote e le monete presenti attualmente sul globo.

Renato: Non ho ancora finito tutto il gioco ma mi interessa sapere se ci saranno i supplì.

Roberto: www.pcgamesupply.com

Marco: Guarda, i supplì migliori stanno fuori della nostra sala prove, alla pizzeria/rosticceria Il Caminetto, in via Anagni. Quindi molla il telefono e vivi la vita reale. SVEGLIAAAA!!1!

Michele: Io invece, nonostante l’incapacità e la vecchiaia incipiente, ho completato la ricerca del sacro Graal. Senza fare spoiler, devo ammettere che mi ha colpito incontrare amici e vivere gag quasi si trattasse di una The Sims della “nostra” scena. Avevate in mente questo effetto sociale in periodo di distanziamento?

Roberto: No, effettivamente non ci avevamo proprio pensato né il distanziamento ci ha in qualche modo ispirato. Però ci ha fatto molto piacere come hai fatto notare che, per ora, forse l’unico modo per ribeccare tutti è tramite questa sorta di Second Life della scena. Ma comunque voleva solo essere un videogioco simpatico!

Marco: Durante la stesura della sceneggiatura del gioco sono cominciate a venir fuori mille idee di personaggi, poster di concerti, band ed altro da inserire e ci siamo divertiti un sacco con Stefano a fargli prendere vita. Non pensavamo alla pandemia e al distanziamento ma solo all’effetto che avrebbero avuto sui giocatori che ci tengo a salutare uno per uno. Spero di vedervi tutti online presto.

Leo: No, l’idea (credo) era di ricreare un piccolo Cayman mondo e quindi l’inserire amici e conoscenti è stata una scelta naturale. Forse poi si, al momento di farlo uscire ci abbiamo pensato, ma diciamo che l’idea non è nata con quello scopo.

Renato: Quale livello e quale canzone vi piace di più? Combaciano?

Roberto: Il livello di Aquafelix e Cayman Jr, quindi sì, combaciano… evvai!

Marco: I livelli son tutti belli e le canzoni tutte stupende, impossibile rispondere. Comunque il livello decisamente più bello di tutti è l’ultimo, con questa atmosfera metafisica piena di faccioni di Socrate che fluttuano in un cielo rosa inquinato e la colonna sonora mega accattivante di Boosting the underground movement as Socrates would (rifatta in 8-bit dal buon Stefano) che è una delle mie tracce preferite del disco, le altre fanno schifo in confronto.

Michele: Facciamo un passo indietro all’ultima volta in cui ci siamo visti dal vivo e si chiacchierava di come ogni nuovo disco avesse una sua particolarità. Questo però li supera tutti perché a venir meno è lo stesso supporto fisico. Come è nata l’idea del gioco?

Diego: Abbiamo due spiegazioni. La prima è che abbiamo solo stampato dischi con packaging e supporti inusuali, a volte mai fatti prima. Avendo già esplorato le possibilità del materiale, abbiamo pensato che fosse una buona idea avventurarsi nell’immateriale. Dopotutto la musica non è propriamente materia (a parte Educazione musicale alle scuole medie) e non vediamo perché debba essere necessariamente legata a doppio filo con essa, soprattutto quando al momento non ci sono idee interessanti su come utilizzare la materia stessa. E poi forse il passaggio dal materiale all’immateriale è proprio il percorso che si dovrebbe fare nella vita. Quindi la scelta della app con il videogame non è tanto da vedere come una scelta pro-tecnologia per stare al passo con i tempi. La vediamo più come un naturale spostamento di interesse dal tangibile all’intangibile. Niente di intellettuale o astruso eh, alla fine stiamo parlando di una app con dentro un gioco e delle canzoni, tutto molto semplice.

La seconda spiegazione è che in anni in cui ti viene letteralmente tirata la musica addosso e si cerca di rendere il più comodo possibile l’ascolto, ci sembrava fico renderlo difficile. Guadagnarsi un disco attraverso l’esperienza di un’avventura in un videogioco con un minimo di sceneggiatura è probabilmente più appagante rispetto ad altre forme di fruizione musicale.

Roberto: L’idea nasce da un lungo brainstorming iniziato da una conversazione su come annientare il capitale e sul concetto di musica come bene essenziale per l’uomo, pertanto di libero accesso. Da qui, passando per dei piani su come rubare pennette usb ai congressi, siamo arrivati ad una sera prima di un nostro concerto a Genazzano, dove il caro Booleant (in arte Stefano Latini), oltre che ad essere quasi l’unico spettatore del concerto, partecipando quasi per caso al nostro brainstorming ci aiutò a partorire l’idea. Come vedi tutto è frutto di una naturale conseguenza logica di eventi.

Marco: tutto è nato da quello che Diego e Roberto hanno risposto quando è stata posta la domanda primordiale.

Michele- Chi vi ha aiutato a sviluppare l’idea e come vi siete interfacciati per realizzarla?

Roberto: Booleant è stato il creatore del videogioco e della bellissima colonna sonora ispirata ai nostri pezzi. Abbiamo scritto insieme la trama, scelto le ambientazioni, i personaggi e le varie chicche del gioco. Poi Booleant, dopo mesi di duro lavoro e di scritture di lettere e codici a caso tipo…

“If_for_cercavert:A$1_Valerio_dice_no_errorfixxed_dfvrfgregevr”

… ha prodotto tutto.

Marco: Abbiamo una chat WhatsApp che si chiama “Cayman the app” dove noi Cayman e Booleant ci interfacciamo senza tregua 24 ore al giorno dal 21/02/20 (ho controllato la data di creazione). Funziona così: tutti dicono una marea di stronzate e Booleant le trasforma in codici cibernetici. Stiamo vivendo il nostro sogno tecnologico.

Leo: L’idea del gioco è nata come vi racconteranno meglio gli altri, a me preme dire che comunque dietro c’era la volontà di far girare meno soldi possibili [LO POSSIAMO DIRE???]

Renato: Domanda seria. Quanto è politico questo disco?

Leo: Quanto un videogioco.

Diego: Beh, non siamo sicuramente i Propagandhi e non c’è traccia di testi prettamente politici nei nostri dischi. Ma è anche vero che già il solo decidere di parlare di quello che vuoi come vuoi è un esercizio di libertà e la libertà va esercitata, allenata. Scendendo più nel dettaglio: fare un disco esattamente come ti pare dall’inizio alla fine, senza preoccuparsi di come verrà recepito, probabilmente è di per sé un atto politico. Non parlo solo di aspetti pratici come collaborazioni, distribuzione, esposizione, immagine e comunicazione, ma anche di aspetti più impalpabili, come idee, scrittura, intenzione musicale, arrangiamento, suoni. In questi ultimi aspetti siamo fortunati perché per quanto riguarda la produzione c’è fiducia e stima incondizionata con Valerio Fisik e lo studio Hombre Lobo. Si potrebbe dire che Valerione Nostro è il sesto Cayman, anche se non so quanto.

Roberto: Il disco è molto politico in realtà. Come spiegavamo sopra, tutto nasce dal pensiero di sovvertire l’ordine mondiale, ancora prima di quello che è successo. Diciamo che la pandemia ci ha copiato l’idea. Oltretutto l’ha fatto in maniera poco elegante.

Marco: Siamo un gruppo punk, tutto ciò che facciamo è frutto di scelte politiche: dal modo in cui scriviamo e produciamo musica fino a molti aspetti della nostra quotidianità come esseri umani.

Michele: Penso che questo sia il vostro lavoro più completo e (brutto termine) maturo, il perfetto punto di equilibrio tra la vostra sregolatezza ma con un’ombra di malinconia sullo sfondo. Avevate in mente un’idea precisa mentre lo componevate o è più il frutto del periodo strano che stiamo vivendo?

Roberto: Avevo letto “penso che questo sia il vostro lavoro più completo e brutto”…. La composizione non è frutto di quello che stiamo vivendo in quanto è stato tutto scritto e registrato prima del casino intergalattico. Pertanto, se le atmosfere del disco sembrano rispecchiare ciò che stiamo vivendo, allora le abbiamo solo anticipate casualmente. Speriamo la cosa si ripeta perché l’idea alla base del disco che stiamo componendo ora è “velocità e psichedelia”, preparatevi ad un futuro radioso nel caso!

Marco: Anche io avevo letto “penso che questo sia il vostro lavoro più completo e brutto”! Madonna sarei stato in fissa se la domanda cominciava così! Invece ahimè hai ragione, siamo maturati e il disco è una bomba. Personalmente penso sia il nostro migliore di sempre, ma questo l’ho detto per ogni disco che abbiamo fatto, quindi il migliore sarà il prossimo. Per rispondere alla domanda no, non avevamo nessuna idea. Come sempre entriamo in sala e creiamo musica in totale libertà. Le cose cambieranno però con la prossima uscita (a cui stiamo già lavorando da qualche mese), perché, come accennava il mio illustre collega Roberto Dossi, avremo un’idea trainante che sarà appunto “velocità e psichedelia”.

Leo: Non direi che è figlio di tempi particolari, visto che sono brani scritti nell’arco di 3 anni, però sicuramente siamo più vecchi e malinconici.

Michele: Per i Cayman la dimensione live è fondamentale e sempre fonte di incredibili gioie, dalla cyclette sul palco ai tentativi di auto-shibari con il filo del microfono (solo a dirne un paio). Quanto vi manca il poter presentare questi brani dal vivo?

Leo: Molto.

Roberto: Alcuni li abbiamo in realtà già suonati dal vivo, ma ovviamente non è la stessa cosa. Ci manca tanto la dimensione live in generale. Per due volte alle prove è venuto Booleant e ci sentivamo come se stessimo facendo un concerto. Da un lato è una cosa divertente, dall’altro agghiacciante. Non vediamo l’ora di tornare a fare 600 Km e suonare davanti a dieci persone che non battono le mani alla fine dei brani.

Marco: Suonare dal vivo ci manca come alla formula chimica C20H25 manca N30 per essere completa.

Michele: Vi saluto con una domanda marzulliana, cosa vi aspettate dal nuovo anno e da Cayman Fantasy?

Leo: Di suonarlo dal vivo.

Roberto: Dal nuovo anno il nuovo disco dei Cayman e finalmente un concerto in un caseificio. Da Cayman Fantasy che prenda vita da solo all’interno dei telefoni e scambi casualmente fra loro nomi e numeri in rubrica.

Marco: Dal 2021 mi aspetto tanta eleganza nei modi e mi auguro che tutti i politici Italiani vengano rapiti dagli alieni e portati almeno a 100 km di distanza dal pianeta terra. Da “Cayman Fantasy” che possa diventare l’unica realtà possibile per tutti gli utenti nell’estasi suprema dell’amore.