SIGHTLESS PIT, Lockstep Bloodwar

Lee Buford, batterista dei The Body, e Dylan Walker, voce dei Full Of Hell, proseguono per la loro strada senza Kristin Hayter (Lingua Ignota). C’è un ospite quasi in ogni traccia di Lockstep Bloodwar, non solo alla voce, e credo che in vari casi si tratti di artisti che uno dei due conosce personalmente o ha già suonato o è andato in tour (tipo Midwife). Non sono nomi grossi, almeno non per me, quindi questo è uno di quei dischi che ti fa scoprire un sacco di roba, innescando una reazione a catena. Se scrivo Dälek e The Bug è per fare una specie di disegnino facile facile, così che si capisca che il sound del progetto sta da qualche parte tra dub e hip hop, ma sconfina nel mondo industrial e noise e finisce per piacere anche ai metallari, che magari non ascoltano nulla di simile, ma – se appartengono alla frangia più radicale della loro famiglia – di sicuro conoscono Buford e Walker e magari sentono una specie di affinità di fondo con tutto ‘sto malessere.

Non si butta via nulla di Lockstep Bloodwar, ma se devo dire cosa mi porto a casa io, non c’è problema: “Flower To Tomb” è un ibrido inspiegabile tra un cantato pulito che potrebbe essere gran R&B e una confezione ansiogena e devastante (bassi e battiti minacciosi, suoni inquietanti, grida inumane, testo iperpessimista…), poi “Low Orbit”, scura, rumorosa, sempre incombente a livello percussivo e con una seconda parte più groovy e rappata (ospite Frukwan, poi doppiato da Walker) assolutamente efficace, e mi pare che anche “Shiv” usi lo stesso stratagemma per farsi amare. Ho un debole anche per il buio e le nenie semi dark ambient di “Futilities”.

Tanta fantasia e creatività qui. Che nel 2023 creature di pianeti così diversi finiscano a letto assieme e funzioni non è più sorprendente, ma non è manco scontato.