Of Wolves XVI – Batting an eyelid

Qui la puntata.

We see the site of an unknown disaster, the debris of history that constitutes the story of Earth. Upon the site, lay fifty 50 humans oscillating between consciousness and unconsciousness, life and death. Sometimes, one of them emerges into the foreground – clutching a fist, batting an eyelid, or weeping for his neighbor. At other times, these figures recede from the light, losing their individual shapes to form a gigantic organism, breathing in unison, pulsating like a jellyfish, though their journey across Earth.

Così il video-artist singaporiano Ho Tzu Nyen sul suo EARTH, opera sonorizzata dal drone ensemble francese FOUDRE! nel contesto del Singapour Mon Amour di Parigi. Nella traccia proposta a seguito dell’apertura affidata a Orson Hentschel su Denovali, il quartetto formato da Frédéric D. Oberland (Oiseaux-Tempête), Romain Barbot, Grégory Buffier (Saåad) e Paul Régimbeau (Mondkopf) accompagna una scenografia post apocalittica a tinte caravaggesche, in un movimento che ricalca le strutture ripetitive, le stasi e i volumi massicci delle figure in scena.

Il tutto sembra richiamare con eleganza una condizione umana fragile, sottomessa a forze tragiche e ineluttabili, la cui aura permane nel soverchiante esordio di James Welburn, Hold. In “Naught”, il pezzo scelto, l’incedere ipnotico delle chitarre/bassi e della sezione ritmica curata da Tony Buck (The Necks) sprofonda in un mondo dove la gravità raddoppia, dove “le creature che calcano il suo terreno sono enormi, hanno un passo pesante, deciso e compiono percorsi ripetitivi come se seguissero una liturgia”, scriveva Fabrizio Garau su queste pagine.

La sezione tutta dedicata a Miasmah prosegue con i Deaf Center (Erik Skodvin e Otto Totland). I suoni si distendono, facendosi più cupamente cinematografici. La sinossi del disco rimanda a nostalgie ispirate da vecchie bobine e dal paesaggio norvegese, avvolgenti in un velluto spesso e voluminoso. Un torpore che viene interrotto da “Chão Vermelho”, penultimo lavoro della violoncellista e cantante Joana Guerra. Qui l’ambiente muove dalle malinconie norvegesi al terreno arido del Portogallo centrale, dove risiede l’artista. Un panorama dove la siccità è rappresentata da violoncelli a solcare crepe profonde, rughe sulla terra martoriata dagli sconvolgimenti climatici.

L’episodio cerca infine la liberazione dalla violenza degli elementi, raggiungendo stati rarefatti e ariosi, tra cieli sereni e nuvole di passaggio. Come in “Desert Lighthouse” di Forest Walker su Constellation Tatsu, o nella ballata collaborativa tra Carl Stone e la Japanese vocalist Akaihirume.

Tracklist

Orson Hentschel – Fade In, Fade Out – from Electric Stutter (Denovali, 2017)
FOUDRE! – Goliath – from EARTH (Gizeh Records, 2017)
James Welburn – Naught – from Hold (Miasmah, 2015)
Deaf Center – Weir – from Pale Revine (Miasmah, 2005)
Joana Guerra – Micélio – from Chão Vermelho (Miasmah, 2020)
Origamibiro – Zoo – from Miscellany (Denovali, 2021)
Forest Walker – Desert Lighthouse – from UV Sea (Constellation Tatsu, 2017)
Carl Stone – Himalaya (with Akaihirume) – from Himalaya (Unseen Worlds, 2019)

Of Wolves
Of Wolves è la nuova trasmissione curata da Sheeba Exp. sulle frequenze di Fango Radio. Il programma mira a perforare lo spazio tra etereità e disordine, in una continua oscillazione tra spinte contemplative e turbamenti emotivi.