KARKHANA, For Seun Matta

Karkhana è l’ensemble che comprende Sam Shalabi e Maurice Louca (due terzi dei Dwarfs Of East Agouza), il percussionista di stanza a Chicago Michael Zerang (tante le collaborazioni alle spalle, fra cui quella con Peter Brӧtzmann) e musicisti dell’area mediorientale provenienti da collettivi come Konstrukt (da Istanbul, band ormai di casa su Holidays Records) e Orchestra Omar (da Beirut, di cui fanno parte gli stessi Shalabi e Louca) per un numero complessivo di sette elementi. La micidiale combo aveva già pubblicato un disco, realizzato dal vivo, nel 2015, ed è ora alla sua prima prova in sala di registrazione: a sovrintendere i lavori di registrazione Matt Bordin della Squadra Omega presso il suo studio di Montebelluna. Pare che le sessioni siano state poco più che una passeggiata (presa diretta, zero sovraincisioni: praticamente one shot, one kill) e il feeling perfetto fra le parti in gioco è facilmente riscontrabile in quello che è il risultato finale.

For Seun Matta ricorda molto da vicino proprio Bes, il disco dei Dwarfs Of East Agouza che può essere considerato come una delle cose più gustose della scorsa annata musicale. Stessa mescola di psichedelia torrenziale e influenze mediorientali (chaabi, tarab, musica sufi…), suonata con un approccio libero da schemi: qui, a stuzzicare ulteriormente le orecchie dell’ascoltatore ben disposto a viaggiare senza né itinerari né mete prestabiliti, si aggiungono ritmi krauti, tinte mediterranee e un imprescindibile – visti i personaggi in ballo – tiro free jazz: immaginiamo i Master Musicians Of Bukkake a spasso per i mondi eliocentrici di Sun Ra. La traccia di apertura è una sorta di tarantella krauta accompagnata dalla batteria devastante di Zerang e tormentata da sfuriate free. Pony Ride parte da una lenta fase allucinatoria e conduce ad un marasma impressionante fatto di ragli di sax, synth cosmici e frasi di chitarra tutte smangiucchiate: a questo punto dell’ascolto il pensiero va proprio a Matt e alla sua Squadra Omega. Gavur si muove dinamica e sinuosa e sfocia in un notturno orientale che rimanda a paesaggi desertici; Nafas Kahrouba’i, ultimo dei quattro episodi, prende le mosse dall’oud in solitaria, quindi procede ipnotica per accumulo fino alla rumorosa disgregazione. Etnodelia che si arricchisce di sfumature a ogni nuovo ascolto, un piacevole, vario, policromo coacervo di influenze, questo è la musica dei Karkhana, collettivo a metà fra la pattuglia spaziale e una carovana di nomadi che fa la spola fra il Mediterraneo e le terre d’Oriente.

Tracklist

A1. The Seventh Seun
A2. Pony Ride
B. Gavur / Nafas Kahrouba’i