JUNGBLUTH, Part Ache

Jungbluth

Crevasse (crepaccio) è la spaccatura che si forma in un ghiacciaio, la crepa che si allarga, un’immagine utilizzata per descrivere i sentimenti dei tre Jungbluth nel muoversi all’interno della scena hardcore attuale e delle sue regole/codici. Il loro augurio è che le crepe si diffondano e crescano sempre più grandi, perché sono anche segno di cambiamento e reazione all’immobilismo. Part Ache è un album sui dubbi, sulla necessità di uscire da percorsi tracciati, sul rimettersi in gioco e superare la netta divisione tra bianco e nero, sul cadere gloriosamente piuttosto che fingere di provarci, ma anche sul cercare le cose positive e le persone che realmente contano, quindi sulla speranza che dal cambiamento deriva. Che i tedeschi fossero capaci di attirare l’interesse al di là della contiguità con gli Alpinist era già chiaro, ciò che non ci si poteva aspettare era di trovarsi di fronte un disco così a fuoco e ricco di sfumature, un lavoro capace di essere hardcore fino al midollo, eppure di suonare così differente e personale. Il suono degli Jungbluth unisce furia e passione, scariche di energia e cambi di tempo vorticosi, scorie di puro noise-rock e pulsioni anni Novanta, dissezione sonora e improvvise aperture minimali in cui singole note vengono lasciate a tracciare la strada, sempre appoggiate sull’incredibile drumming che dona al tutto la spinta necessaria. È, soprattutto, musica convulsa, di pancia, che esce dritta dal cuore e si riversa nella stanza come un’onda in piena, come dovrebbe sempre essere quando si tratta di hardcore, al netto di pose e caricature, al netto di machismo e celodurismo, perché è fatta da persone e le persone – si sa – sono fragili. Si potrebbe continuare parlando delle vocals sofferte, di quella bruciante necessità di comunicare sentimenti personali e di mettersi in discussione con il proprio pubblico, della voglia di riportare le cose al di fuori dei soliti binari e di rivendicare per l’hardcore uno spirito antagonista che troppo spesso viene oggi sacrificato nel nome di qualche regola congelata. Semplicemente, gli Jungbluth sono il crepaccio che si apre nel ghiacciaio, la spaccatura che nasce dalla voglia di cambiamento. Vi pare poco?

In questo momento gli Jungbluth sono in tour e a giorni saranno in Italia.

31 luglio – Feltre @ Magazzini Prensili w/ Storm{O} 

1° agosto – Zero Branco @ Altroquando w/ Storm{O} 

2 agosto – Bologna @ Freak Out w/ Jester Beast 

3 agosto – Cremona @ CSA Kavarna w/ O + Lamantide 

4 agosto – Milano @ SGA Arese w/ O + Thy Solace