HERMANN NITSCH, Orgelkonzert

“La violenza della nascita delle galassie genera la reminiscenza dell’armonia celeste della musica delle sfere”: così Hermann Nitsch, padre dell’Azionismo Viennese (a Mantova, nel 2019, la sua mostra fu oggetto di polemiche per l’uso di carne e sangue animale), che ha inciso il primo disco praticamente cinquant’anni fa. In quest’occasione, dal vivo alla Basilica di Santa Maria dei Servi a Bologna al Festival Angelica (sempre nel 2019), l’idea è quella di portarci in una Zona, come in “Stalker”, dove le parole e le intenzioni si dissolvono e resta solo il suono, nella sua nuda, intatta e primigenia magnificenza. Un suono capace, nelle intenzioni dell’autore, di farci ammirare il firmamento di Keplero. Lunghi toni sostenuti, prodotti con l’aiuto di un paio di assistenti e attraverso tavolette di legno, cluster che si espandono nel tempio sacro della chiesa e dei nostri padiglioni auricolari, quattro movimenti senza alcuna scrittura, densi e profetici, indicibili e insondabili come oceani acustici, luoghi remoti e familiari a cui giungiamo attraverso queste azioni sonore, come un infine uscimmo a rivedere le stelle dantesco. Quando finisce il primo movimento, dopo sedici minuti, vi renderete conto che la stanza, e la percezione di essa e di voi stessi, sarà cambiata: un disco irrinunciabile per chi ha amato ad esempio For Organ And Brass di Ellen Arkbro (anche lei protagonista a Bologna nello stesso anno), tra rivelazioni limpide e abissi gelidi, dove ogni parola si rivela inutile, ogni volontà viene sconfitta dall’impero della gravità. Un’ora abbondante di esperienza, ogni volta identica, ogni volta diversa, come immergersi in una piscina rosso sangue e nuotare fino ad arrivare da qualche parte, raggiungendo una qualche sponda di sé. Parafrasando Tony Conrad, ten (nel caso di Nitsch, fifty) years alive on an infinite plain. Il Festival Angelica e il Centro di Ricerca Musicale del Teatro San Leonardo anche in questo periodo molto complicato per chi si occupa e vive di musica, tanto più se si tratta di musica di ricerca, in un Paese come il nostro dove ci è dato in sorte in questi tempi cupi e virulenti di avere come ministro alla Cultura (con la maiuscola) l’ineffabile franceschini (la minuscola non è un refuso), si stanno comunque dando da fare per la prossima edizione della rassegna, la trentunesima, e stanno andando avanti con residenze e produzioni. Per sostenere le loro più che meritevoli attività il consiglio spassionato è quello di aderire alla loro campagna di vendita, che vi permetterà di portarvi a casa dischi bellissimi e inauditi a prezzi molto più che onesti. Supportiamo chi continua a fare ricerca e ci permette di elevare anima e sguardo da tutte le brutture e le ovvietà che ci circondano: è un gesto politico, ora più di prima.