GLI AUTOPILOTI, Avanti!

A Roma quel 3 dicembre 2022 era una notte buia e tempestosa, bomba d’acqua, io in motorino e… mi sono perso il concerto, concerto a cui tenevo particolarmente per ritrovare, dopo tanti anni, su un palco capitolino quel genio di Amy Denio (Seattle, 1961) in combutta poi con i sodali di lunga data Adriano Lanzi e Roberto Fega.

A lenire il dispiacere mio e di tutti quelli che come me al Boogie Club quella sera non erano presenti arriva questa registrazione realizzata dall’ingegnere del suono Massimo Max Costa, ex pilota B747 Alitalia e dunque anche ispiratore della (fantastica) denominazione del trio. Max, mi preme ricordare, è da anni colonna portante nella realizzazione dei dischi più radicali della scena musicale romana, dai Gronge in poi, solo per dire un nome.

A volo d’angelo su Amy Denio (voce, sax, pianoforte, accordion, basso…): da No Bone, primo album del 1986, passando attraverso l’esperienza fondamentale dei Tone Dogs con Fred Chalenor (sorta di weird version dei ben più noti newyorkesi Lounge Lizards) poi i Curlew di George Cartwright e Tom Cora!, Tongues del 1993, The (EC) Nudes, le collaborazioni con Derek Bailey e Fred Frith, Guy Klucevsek, Pauline Oliveros ancora il Tiptons Sax Quartet con Jessica Lurie, i Pale Nudes sino agli Autopiloti. Amy Denio, in sintesi, è un vero pezzo da novanta della musica underground USA e da anni, in Italia, collabora con Roberto Fega e Adriano Lanzi, il primo quella sera con iPad e soundbox, il secondo con chitarre e altra elettronica.

È un live composto da cinque brani tutti improvvisati e taglienti che partono in lotta con un pubblico disomogeneo: diciottenni a una festa di compleanno, avventori casuali, fruitori di jazz tradizionale e appassionati avanguardisti. All’interno di questa dinamica cassa di risonanza si sviluppa una sorta di lotta muscolare che si caratterizza fin dal primo pezzo fra palco, platea e viceversa, fino alla vittoria finale dei nostri valorosi Autopiloti con due titoli che la dicono lunga sull’interplay in atto: “Fragolina” e “Paw Pads Impossible”. Applausi. Dinamica interessante, codesta, che poi non capita raramente, ma che questa volta richiede ai “nostri” un’applicazione ed una concentrazione assertiva volgendo in proprio favore il live con una musica sorprendente, tanto intensa quanto trasognata!

Disponibile su Bandcamp il disco è edito dalla no-profit label Right Brain Records, etichetta dal catalogo inusitato di artisti preziosi da scoprire. Della Right Brain dalle pagine del nostro giornale proprio non posso non citare il claim:

“There is never an end.
There are always new sounds to imagine,
new feelings to reach…” (John Coltrane=