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30/11/2020 / Angelo Borelli

ENNIO MORRICONE / BRUNO NICOLAI, Dimensioni Sonore – Musiche Per L’Immagine E L’immaginazione

Il legame profondo fra Ennio Morricone e Bruno Nicolai nasce nelle aule del conservatorio romano di Santa Cecilia, dove entrambi studiano composizione con Goffredo Petrassi negli anni Cinquanta. Morricone affiderà all’altro la conduzione in alcune delle sue colonne sonore più fortunate come “La battaglia di Algeri”, “Svegliati e uccidi”, “Metti, una sera a cena” e “La proprietà non è più un furto”. Nicolai, al contrario del suo mai troppo celebrato compagno di studi, acquisterà infatti fama più come direttore d’orchestra che come autore di musiche. In qualità di compositore si occuperà anch’egli per lo più di cinema, principalmente parliamo di pellicole di secondo piano, softcore, horror e spaghetti western: “Tutti i colori del buio” rimane il suo titolo più famoso, mentre buona parte della sua produzione sarà pubblicata solamente dopo la morte, nel 1991. Sia Nicolai che Morricone a un certo punto – siamo nella prima metà dei Settanta – si dedicheranno alle sonorizzazioni, alla composizione di materiale sempre più richiesto per via dell’ampliamento dell’offerta televisiva: un genere in cui si cimentarono molti del giro morriconiano (Alessandroni, Carnini, Macchi fra tutti) e che offriva, oltre a buoni introiti, anche la possibilità di dare sfogo a tutto il proprio estro, spesso frustrato dai paletti imposti dal mercato discografico o, nel caso del cinema, imbrigliato dalle esigenze dei registi.

Nel 1972 la RCA pubblica una serie di 10 lp contenenti sonorizzazioni ad opera di Morricone e Nicolai intitolata “Dimensioni Sonore”, ripartita equamente fra l’uno, autore dei volumi dispari, e l’altro, che firma i pari. I primi due capitoli verranno ripubblicati nel 1976 dalla stessa RCA francese per April Orchestra in una collezione del meglio della library music italiana di quegli anni, mentre l’intero lotto rimarrà il sogno proibit(iv)o di molti appassionati del genere, almeno fino alla realizzazione di questa sostanziosa ristampa – anch’essa piuttosto cara, va detto – da parte della milanese Dialogo, etichetta appartenente alla stessa famiglia della Schema, con distribuzione a cura di Soundohm. Dieci lp (oppure mostruoso box set comprendente 10 lp, 10cd, libro di 48 pagine rilegato a mano, poster e tote bag serigrafata) che fotografano in maniera nitida il sodalizio tra i due compositori, testimoniando la presenza di un background comune e – volendo spingersi oltre nell’analisi – l’influenza reciproca all’interno delle rispettive composizioni. La giustapposizione dell’operato dei due getta luce su di una vera e propria contiguità stilistica tra un Morricone che, fra dissonanze e rumori, scava a piene mani nel proprio retroterra darmstadtiano, e un Nicolai autore invece di brani più orchestrati e virati verso il jazz (genere per cui l’Ennio nazionale non provava molto trasporto, è un fatto noto) ma parimenti avanguardistici. Anche gli elementi in causa contribuiscono a rendere il progetto più che omogeneo al proprio interno: vari membri del Gruppo d’Improvvisazione Nuova Consonanza sono coinvolti e, per quanto non sia possibile una verifica, pare di orecchiare di qua e di là gli abituali componenti del cerchio magico morriconiano, le chitarre febbricitanti di Battisti D’Amario e Alessandroni, la minuziosità batteristica di Restuccia e i caratteristici vocalizzi di Edda Dell’Orso.

Il costo elevato della pubblicazione la rende una faccenda per collezionisti, il valore dell’opera però rimane indiscutibile: non uno dei tanti holy grail che ci vengono spinti con cadenza settimanale, quindi, ma un pezzo di storia di una musica dalle origini colte ma destinata a una divulgazione massiva, uno dei frutti migliori di questo disgraziato Paese.

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Dischi 1972, 2020, bruno nicolai, dialogo, ennio morricone, rca

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