DEMIKHOV, The Chemical Bath

Non so dire nulla di diverso da ciò che si trova subito in Rete sullo scienziato russo/sovietico Vladimir Demikhov (1916-1998) e sulle sue pratiche (trapianto di organi, sperimentazione animale), ma penso che Demikhov sia un gran nome per una band che suona estrema come questo terzetto. Non so dire nulla nemmeno sulla conservazione del cadavere di Lenin – questo il “tema” dell’album – e non desidero approfondire, perché tutti i rivoluzionari trasformati in faraoni mi mettono molta malinconia. A “vincere” in ogni caso è sempre il gruppo, perché se fai un certo tipo di musica e dai fastidio ancora prima di essere ascoltato, allora stai già facendo bene.

A proposito di esperimenti, apprezzo molto le intenzioni dei Demikhov: liberare da gabbie di ogni tipo il noise rock, affinché sia contaminato da ambient, drone, industrial e noise tout court, è un’idea molto bella, non nuova (abbiamo da poco re-incontrato i Sister Iodine, no?) ma giusta e superfeconda. Quando giocano più sul sicuro sono senza dubbio efficaci e potenti: un pezzo come “The Leader Is Dead And Everyone Is Grieving” potrebbe starsene abbastanza tranquillamente in mezzo a roba di Unsane e Sumac senza far alzare mezzo sopracciglio a nessuno, e lo stesso discorso vale per “Abrikosov Formula” e ha senso – come leggo in giro – paragonarli a Khanate e The Body quando rallentano. Non so invece dire quanto possa dipendere dagli ospiti (Torba e Nordra) la debolezza delle parti più destrutturate e atmosferiche: sono ben integrate nel resto del disco, ma purtroppo non mettono paura. Grosso potenziale, comunque, capisco che in tanti abbiano voluto puntare i riflettori su di loro in questi mesi (il disco è uscito a gennaio) e ha ragione Prevignano ad averli messi dentro Italian Pigfuck, raccolta realizzata in collaborazione con Fango Radio (uno sguardo – si spera abbastanza esaustivo – della scena noise rock italiana degli ultimi 33 anni).