DAKHMA, Suna Kulto

Due pezzi. Due soli atti di venti minuti ciascuno. Non c’è che dire, se i Dahkma dal Michigan volevano creare una mostruosità sonica, ci sono perfettamente riusciti. Post-hardcore in salsa crust, con incursioni black metal ed emo screamish. Una bestia pulsante e famelica, pronta a divorare tutto e tutti. L’oscurità perpetua che ammanta quest’ep è un qualcosa di quasi palpabile. Un vortice di puro caos, che vi risucchierà e vi risputerà stremati. Sì, perché – finito di ascoltare questo loro lavoro – vi sembrerà di essere in uno stato catatonico, totalmente smarriti e incapaci di comprendere con lucidità cosa vi ha appena travolto. Un urlo disperato nella notte, quello prodotto dalla singer Claire, carico di rabbia, frustrazione, odio e disprezzo. Il lavoro di chitarra ad opera di Derek è multiforme e sfaccettato, in grado di svilupparsi in maniere sempre diverse, mantenendo quell’appeal nero come la morte. Il drumming di Dylan è preciso e maniacale: qui la tecnica è messa in secondo piano, la ferocia dell’esecuzione è ciò che conta. Una band complessa, difficile da decifrare, ma dannatamente intrigante.

Se siete alla ricerca di qualcosa che possa scuotervi dal vostro torpore, non esitate e fateli vostri.