CADE, Cade

Cade, progetto di Giovanni Lami e Bruno Dorella, colpisce per il suo essere fortemente organico. Sono brani elaborati fra il 2019 ed il 2020, e la pubblicazione da parte di Silentes ne attesta il valore al di là delle attese temporali. Nella mezz’ora abbondante di questa prima uscita la sensazione è di ascoltare un suono libero, che passa in qualche modo dai due musicisti come portali. Qualcosa di viscerale e puro che viene espresso dalle percussioni e dalle chitarre di Bruno, processate da Giovanni. Di elementare ed elementale, mai scontato, che proviene delle verità acustiche in “Anima Feroce”, doppiate da suoni circolari e kosmische. I ritmi sono bassi, quasi melmosi in “Move Non Moto”, che potrebbe essere una trasposizione dub del brodo primordiale. La chitarra corre libera, pulita e precisa nella melanconica “Minuzie”, ma è questione di un istante prima che la partitura esca di sincrono, trovandosi a un’interruzione sorprendente, lasciando spazio a “Come Corpo Morto”: tra scoppiettii, sospensioni, bizze su una placida superficie, il duo riesce a immaginare un paesaggio western mentre distorsioni e crepitii svelano l’anima bastarda e androide del brano. Om seguito i pezzi perdono addirittura i titoli, venendo contrassegnati soltanto da lettere senza però perdere le vibrazioni, che rimangono quelle di un crogiuolo dove gli stili e le personalità dei musicisti si frantumano, unendosi. A un certo punto fanno capolino delle maracas, una percussione, un volo guidato durante il quale un sonaglio potrebbe farci addirittura credere di essere stati avvelenati. Poi la gente, il vociare, la calca che diventa vibrazione e mantice. In chiusura torna la chitarra, semplici rintocchi sotto uno sfarfallio continuo, una vera e propria azione di disturbo che si protrae per tutto il brano, lasciando alla luce le ultime tre note. Poi il silenzio… cade.