AVEC LE SOLEIL SORTANT DE SA BOUCHE, Pas Pire Pop, I Love You So Much

Alcuni frangenti dell’ultimo disco dei Fly Pan Am (N’Ecoutez Pas) probabilmente già preannunciavano la direzione che Jean-Sébastien Truchy, il loro bassista, avrebbe intrapreso con i suoi Avec Le Soleil Sortant De Sa Bouche, gruppo che riunisce musicisti dell’ampio giro post-rock canadese, debitamente accasato presso Constellation.

Così come nell’esordio di tre anni fa, Zubberdust, di cui questa nuova uscita sembra la naturale e più solida evoluzione, il quartetto è alle prese con un vorticoso e ipercinetico connubio tra massicce dosi di kraut e dinamiche ritmiche di derivazione afro/funk, organizzato in tre lunghe jam estremamente mutevoli e ricche di evoluzioni, con tessiture che si strutturano e destrutturano in modo ininterrotto. Una generale e vitale fluidità in cui si riesce a inserire di tutto, dalle aperture kosmische a improvvise deflagrazioni noise, dai rumorismi e suoni ambientali, cari ai (di nuovo) Fly Pan Am, a bordate di synth vecchia maniera e ariosi slanci melodici, tanto che la band a volte sembra quasi un incrocio energizzato tra i Tortoise e i Talking Heads. Parrebbe un miscuglio, e in effetti a volte il discorso salta e il filo che lega tra loro le diverse progressioni diventa esile, ma ogni cosa sembra miracolosamente al proprio posto grazie all’enfasi che i nostri pongono nella costruzione ritmica della faccenda e da un robusto senso del groove che fa decollare il tutto senza che si perdano pezzi nelle fasi di lancio.

Lavoro piacevolmente tortuoso e che, al netto di qualche secca passeggera, ha dalla sua una sorta di giocosa, caleidoscopica, e a tratti furiosa, spontaneità.