SIMON BALESTRAZZI & NICOLA QUIRICONI, Licheni

SIMON BALESTRAZZI & NICOLA QUIRICONI, Licheni

Balestrazzi, Quiriconi e Monti formano i Daimon, come sa chi ci legge. A nome Daimon, a differenza della stragrande maggioranza di chi in Italia fa cose simili alle loro (la galassia drone, ambient, industrial e derivati, aggiungo “sperimentale”, se a qualcuno piace l’aggettivo, e impro), riescono ad andare in giro a suonare, per più giorni consecutivi, anche all’estero, aprendo per nomi importanti.

Simon e Nicola, insomma, collaboravano già e in assenza di Paolo, forse per sentirsi più a casa, hanno approfittato di un po’ di tempo libero per realizzare insieme qualcosa che – a differenza del loro trio – non parlasse a nessuno, intitolandolo opportunamente “Licheni”. Quando a scuola si studiava geografia, la coppia “muschi e licheni”, se non ricordo male, era quella che si trovava anche nei luoghi più inospitali: con una sensazione di freddo e di difficoltà a esistere ci si siede ad ascoltare queste improvvisazioni basate – foto acclusa al cd alla mano – sull’arcipelago di oggetti, strumentazione analogica, talvolta autocostruita, di Balestrazzi, e sui microfoni a contatto e i piccoli oggetti posti sopra a un tamburo di Quiriconi, che al tutto aggiunge anche qualche suo gemito, quasi à la Dave Phillips, non fosse che lo svizzero è l’emblema della vitalità animale, mentre qui siamo a un passo dalla morte, esclusi quel brulichio continuo di sottofondo e quegli sporadici trattamenti elettronici del suono che si fermano prima di prendere davvero consistenza e far parlare almeno di “semplice” isolazionismo, dato che quest’album non tenta nemmeno di favorire l’introspezione, perché c’è sempre qualche movimento che spezza qualunque flusso di coscienza si stia formando in chi ascolta. Licheni, infatti, è il suono della precarietà e mi fa risalire nel tempo a Mefite di _SEC, dunque – considerate le influenze comuni – forse i suoi parenti più lontani sono altri svizzeri come Norbert Möslang. Burroughs avrebbe detto che il pasto è nudo: questo avrete, questo è ciò che Balestrazzi e Quiriconi volevano darvi, senza infingimenti. Fate vobis.