SCANNER, The Phenol Tapes

Nel 2017 Il britannico Scanner (al secolo Robin Rimbaud) si immerge nell’esoterica circuitazione del Kilpatrick Phenol, minuto ma micidiale synth modulare, confezionando – a distanza di sei anni da quell’esperienza – The Phenol Tapes, un elegante compendio di analogica indulgenza electro-ambient.

A beneficio di coloro che potrebbero non avere dimestichezza col variegato universo dei synth è bene specificare che un sistema modulare offre possibilità irraggiungibili con i synth analogici tradizionali. I modulari Moog e Buchla di un tempo erano veri e propri armadi costellati di una selva di cavi e ingressi e l’impatto per un musicista poteva essere disorientante. Oggi la tecnologia permette di racchiudere una tale potenza all’interno di una macchina delle dimensioni di un laptop ed è proprio con una di queste che Scanner si diletta, utilizzandola come principale generatore sonoro (al netto di un filo di field recording e di un pedale Eventide H9).

A metà tra un percorso di terapia olistica e una factory demo, The Phenol Tapes non ha (fortunatamente) l’ambizione di rivoluzionare il linguaggio dell’elettronica musicale: nessuna delle tracce del disco farà sobbalzare dalla sedia i cultori del genere e in diversi casi si hanno forti sensazioni déjà vu (“Three Panels”, ad esempio).

“As simple as that, at heart”, scrive l’autore nelle note al disco, ed è con ogni probabilità questa la chiave di lettura di The Phenol Tapes: il quieto trascorrere dei giorni scoprendo, modulo dopo modulo, le nuances timbriche di una macchina dall’architettura complessa e stratificata. Un approccio liberatorio che conduce a risultati anche interessanti (la cibernetica lussuria di “Odalisk Broadcast”, le desolazioni surreali di “The Osprey”).

Nulla di nuovo, dunque, ma nel suo addentrarsi tra i moduli di sintesi Scanner impartisce una solida lezione di estetica musicale, rammentando a coloro che stanno scoprendo ora le gioie della sintesi analogica (forse anche misurandosi con qualche clone del Minimoog) che queste macchine offrono molto, molto di più che un filtro da aprire o chiudere.