NICK EDWARDS, Plekztationz

Plekzationz

Nick Edwards è di Bristol e ha pubblicato a nome Ekoplekz. Come si evince dal suo vecchio (e pare influente) blog, così come da un pezzo curato per Ad Hoc, Nick, che qui pubblica per la prima volta senza pseudonimi (ci mette la faccia, insomma, pure in copertina), è un patito dell’elettronica degli albori e della strumentazione analogica. Il suo sguardo – e la cosa oggi non dovrebbe sorprendere più nessuno – è rivolto ai primi esperimenti coi synth, alla Library Music, alla televisione più coraggiosa degli anni Settanta (e alle sue colonne sonore) e al periodo d’oro del post-punk. Le quattro tracce di Plekztationz potrebbero fare da commento a un documentario sui fondali oceanici, di quelli con bestie enormi mai viste, come a una serie di fantascienza, ma tutto sempre rigorosamente fine Sessanta/inizio Settanta, con gente in tute improbabili che magari non ha uno smartphone o un personal computer col monitor a colori, però si teletrasporta entrando in capsule dal design fichissimo e aziona macchine con manopole grandi cinque volte quella di una lavatrice. Il suono “valvolare”, ribollente e ipnotico delle tracce farà contenti anche i nostalgici del primo industrial e farà scattare qualcosina anche dentro gli amanti delle sonorità “dub”, per via di come certe volte vengono usati i bassi.

Insomma, ancora un disco piacevole che invita una generazione a scavare nella memoria sonora della propria infanzia o – nel caso dei più giovani – a scavare in quella dei loro fratelli maggiori. I limiti stanno in “ancora un” e tutto sommato pure nel “piacevole”.

Tracklist

01. Part 1: Chance Meets Causality Uptown
02. Part 2: (No) Escape From ’79
03. Part 3: Inside The Analog Continuum
04. Part 4: A Pedant’s Progress