LIA KOHL, The Ceiling Reposes

Nuovo album per la giovane violoncellista e sound-artist chicagoana, Lia Irene Kohl, che dopo l’acclamato Too Small To Be Plain del 2022 fa un ulteriore passo avanti nella sua originalissima ricerca con questo The Cealing Reposes.

Kohl, attiva in diversi campi artistici, ha in curriculum collaborazioni importanti come quelle con Makaya McCraven per quel mezzo capolavoro che era In These Times nel 2022, con Steve Gunn in Unseen In Between, con Whitney Johnson (suo il video di “Love Three Oranges” nel 2020), con il clarinettista Zachary Good, oltre che in duo assieme a Macie Stewart. Le sue produzioni soliste si muovono per territori decisamente sperimentali e in The Cealing Reposes per ambiti – come dire – anche radiofonici, assemblando improvvisazioni al violoncello con frammenti di trasmissioni captate dalle frequenze di fantasmatiche radio AM, un taglia e cuci digitale che già si sentiva lo scorso anno nei ventitré minuti di “Untitled Radio (Futile, Fertile)”.

Oltre al suo fidato violoncello, qui con Lia ci sono voci, kazoo, synth, fisarmonica, percussioni, labili note di pianoforte, tutto agglomerato in un’astratta, fascinosa, a tratti naturalistica aura di indeterminatezza acustica-digitale e dunque mescolato con pezzetti di bollettini meteo, pubblicità, talk show, predicatori in programmi religiosi. Il tema della nostra condizione psico-fisica perennemente immersa in ambienti sonori – artificiali e naturali che siano – risulta, attraverso il lavoro della Kohl, una sorta di viatico o meglio un pretesto per calarsi nel nostro mondo più intimo, utilizzando i segnali provenienti dall’esterno, dall’etere radiofonico come da un ruscello, a mo’ di input che ampliano a dismisura la nostra percezione, un trip intenso che com’è giusto che sia prende avvio “In A Specific Room”! Poi a seguire: “Sits On The Floor And Wait For Storms,“When Glass Is There And Water”, “Or Things Maybe Dropping”, “The Moment A Zipper”, “Became Daily Today”, “Like Time(Pretending It Had A Human Body)”. Sette brani che già nei titoli-haiku dispongono ad un ascolto con tutti i nostri sensi ben attivati, possibilmente in cuffia, magari all’aperto, passeggiando, correndo in città come in mezzo alla natura e dunque aggiungendo quell’aspetto fisico che Lia Kohl configura nelle sue performance.

Il titolo, The Cealing Reposes, è tratto da Touch The Air Softly, raccolta del grande poeta americano William Jay Smith (1918-2015), il disco è stato registrato fra Vashon Island (Seattle), New Orleans e Chicago, latitudini e longitudini assai diverse fra loro ma ora legate da un filo rosso all’interno di questa originale creazione artistica a metà strada fra i primi lavori di Laurie Anderson e quelli concettuali di Miranda July.