JORDABLOD, Upon My Cremation Pyre

Personalmente sono giunto spossato e svuotato alla fine di questo Upon My Cremation Pyre. I Jordablod sono riusciti a creare un platter d’esordio di un altro livello. La perfezione sonora che questo disco sprigiona è veramente fuori dal comune, tant’è vero che non mi vergogno a scrivere che molto probabilmente si tratta di uno dei migliori dischi usciti quest’anno. 54 minuti di puro godimento sonoro, un viaggio cosmico tra le pieghe del subconscio, una lunga litania blasfema in cui tutto viene rovesciato e ricreato in un calderone ribollente. I riff sono di una precisione disumana, giocati tra sfuriate tipiche del black metal old school, inframmezzate però da volteggi classici, da cui fa capolino una chitarra quasi acustica, in un crescendo che difficilmente riesco a descrivere solo con le mie parole. Un album dannatamente complesso, figlio della tradizione svedese (vengono dal sud della Svezia) e norvegese, ma anche di un melting che trascende le mie conoscenze. In poche parole: dovete ascoltarlo. Il livello di esecuzione è elevatissimo, con incastri perfetti, una voce arcigna e cattiva, da brividi. Impossibile dimenticare poi la prestazione maiuscola della sezione ritmica, con una batteria che spinge veramente oltre queste piccole opere. Leggo dalla pagina Metallum a loro dedicata che l’unico membro è tale Filip Lundstrom, che deduco essere pure il fondatore e chitarrista. Questo dettaglio aumenta ancora di più l’aurea di misticismo e mistero che gravita attorno ai Jordablod. Il futuro del black metal passa obbligatoriamente da qui…

Tracklist

01. En Route To The Unknown
02. Liberator Of Eden
03. Chants For The Black One
04. Hin Håle
05. A Sculptor Of The Future
06. Of Fiery Passion
07. Upon My Cremation Pyre