IAN MIKYSKA & FREDRIK RASTEN, Music For Sixth​-​tone Harmonium

L’harmonium a sesti di tono è un’inconsueta (e rarissima) variante artigianale dello strumento originale, commissionata dal compositore ceco Alois Hába, teorico del superamento della tonalità e autore di partiture microtonali ispirate ai suoni del folklore moldavo. Le sue caratteristiche costruttive radicali permettono di esplorare in profondità le possibilità espressive offerte dai microtoni, ossia gli intervalli musicali minori di un semitono. Ha conosciuto una prima notorietà nel 2018, quando il Centro per la nuova Musica di Ostrava organizzò la prima mondiale di “Thy Kingdom Come”, un’opera di Alois Hába in cui è previsto anche il suo utilizzo. Successivamente sono state prese molte altre iniziative volte a creare composizioni originali per harmonium e strumentazione assortita: due di queste, “In” e “Concord”, presentate per la prima volta nel 2021, sono ora racchiuse nel doppio album Music For Sixth-Tone Harmonium (2024, Warm Winters Ltd.)

“In” (suddivisa in dodici parti) è firmata dal compositore ceco Ian Mikyska e prevede, oltre allo strumento solista (nelle mani del talentuoso Miroslav Beinhauer), il playback di field recordings e performances elettroniche precedentemente manipolate in studio. Introdotta da una sequenza lineare di note prolungate simili a un respiro basso e profondo, assume ben presto le sembianze di un’invalicabile muraglia sonica, costituita da uno spesso e grasso bordone. Ciottoli di rumorismo ruvido e spettrale, dalla consistenza vitrea, ruotano come fissati con le corde al movimento di una giostra circolare, abbandonata nelle profondità della notte. L’harmonium appare e scompare, soffocato nella fitta maglia di flussi sonori materici ossessivamente traslati da un canale all’altro. L’impatto è altamente drammatico (“Part VII”) con echi dissonanti di un perduto Est europeo stritolati nella morsa di disumane macchine industriali. Per quanto si raggiungano talvolta vette di rara suggestione, insistere di meno sulla componente elettronico-rumoristica avrebbe concesso maggior respiro all’intera composizione. Nonostante ciò, “In” è costellata di intuizioni compositive di notevole originalità (l’intelaiatura ritmica di “Part X”, ad esempio).

D’ispirazione più esoterica le sei parti di “Concord”, scritte da Fredrik Rasten. Anche in questa registrazione Beinhauer è allo strumento solista ma la compresenza di due chitarre elettriche (suonate con l’e-bow dallo stesso Rasten) contribuisce a forgiare l’atmosfera sacrale e misterica di cui è intrisa la composizione. In “Concord” la natura peculiare dell’harmonium a sesti di tono emerge in tutto il suo fascino microtonale, complice una scrittura compatta, lirica e contemplativa, dove densi bordoni dal respiro liturgico si allungano e si sovrappongono, in un’estatica rappresentazione dell’inesprimibile.

Nell’edizione digitale entrambe le composizioni sono suddivise in un numero considerevole di tracce, il che rende di fatto frammentato ed estenuante l’ascolto (soprattutto nel caso di “In”). Per apprezzare al meglio questo lavoro è più che consigliato procurarsene copia fisica.