Frantic Fest: il giorno di Voivod, Primordial, Midnight e altri ancora…
Francavilla al Mare (CH), Tikitaka Village, 16 agosto 2019.
Foto di Benedetta Gaiani (fotografa ufficiale del Frantic Fest).
![The Haunting Green The Haunting Green](https://www.thenewnoise.it/wp-content/uploads/2019/09/HG.jpg)
L’occasione di vedere nello stesso momento nomi da sempre nel nostro radar era davvero troppo ghiotta per non presenziare ad almeno una giornata – la seconda, per essere precisi – del Frantic Fest, giovane realtà che ormai si sta imponendo come uno degli eventi estivi da tener d’occhio se si ascolta metal, hardcore e loro mutazioni: è proprio la varietà della proposta – che mette insieme nomi storici e interessanti nuove leve italiane ed estere, e non lascia scoperta alcuna sfumatura a livello di genere musicale – a essere uno dei suoi punti di forza. Un altro è che permette al pubblico di decidere senza troppe difficoltà se godersi ogni concerto e fare la spola tra i suoi due palchi oppure se assistere solo ad alcune performance e nel frattempo fare acquisti o fermarsi in chiacchiere con la musica in sottofondo. Così, nonostante il caldo, la sensazione che abbiamo avuto è stata quella di una chance perfetta per staccare la spina e immergersi in un’atmosfera festivaliera senza problemi legati a sovraffollamento o a funzionalità della location. C’è sempre qualcosa di perfettibile, ma è evidente come il festival sia gestito da chi la musica è abituato a viverla e non da qualche organizzazione “fuori campo”, come sottolineato dallo stesso Davide Straccione nella nostra chiacchierata di poco tempo fa.
![Messa Messa](https://www.thenewnoise.it/wp-content/uploads/2019/09/messa.jpg)
Come al solito, non scriverò una cronaca minuto per minuto dei set: ogni band ha portato a termine il suo lavoro senza risparmiarsi e nell’insieme l’impressione è che ciò sia accaduto anche per via della buona affluenza e della situazione rilassata e conviviale.
![Primordial Primordial](https://www.thenewnoise.it/wp-content/uploads/2019/09/primordial.jpg)
Ad aprire le danze, ancora sotto il sole, sono stati gli Haunting Green, capaci di catturare l’attenzione dei presenti e di confermarsi come una delle realtà più interessanti e personali attualmente in giro, così come lo sono i Messa (che al contrario hanno beneficiato dell’atmosfera notturna), ormai sotto i riflettori e sempre alla ricerca di un sound che si trovi ai confini tra doom, psichedelia e jazz. Con una scaletta divisa in base ai palchi utilizzati più che alla grandezza del nome, tutti i gruppi sono stati in grado di consegnarci un’istantanea del loro modo di suonare metal (protagonista indiscusso di questa seconda giornata), a partire da Saor e Primordial, che lo incrociano con il loro folklore. Specie i secondi sono stati davvero impressionanti: è stato merito di una formazione ormai oliata a dovere e soprattutto di un Averill sugli scudi grazie al suo approccio quasi teatrale, mai però farsesco o sopra le righe (caratteristica che, fatte le debite distinzioni, permette di tracciare una linea di collegamento anche col concerto dei Selvans, fautori di un “avantgarde black” sui generis).
![Midnight Midnight](https://www.thenewnoise.it/wp-content/uploads/2019/09/Midnight.jpg)
Interessante anche il match tra incappucciati: a un angolo i più moderni e contaminati Gaerea, all’altro i paladini della vecchia scuola Midnight (creatura del padre padrone Athenar), a cavallo tra metal ottantiano e sfrontatezza punk, quasi un mix tra Motörhead, Venom, Mentors e Poison Idea. A chiudere i Voivod, veterani che sembrano vivere una vera e propria seconda giovinezza e che hanno saputo coinvolgere anche quelli che non conoscevano i loro brani a memoria e magari si sono avvicinati più per curiosità che per consapevolezza. Questo è avvenuto ancora una volta nonostante le molte vicissitudini e la perdita di uno dei chitarristi più innovativi dell’intera storia del genere. Non era prevedibile che avrebbero incontrato un altro musicista tanto tecnico quanto incontenibile come Daniel Mongrain, sempre più a suo agio e disinvolto nell’arduo compito di sostituire Piggy e di portare a termine un set tanto concentrato sui brani del nuovo album quanto sul ripescare alcune vere chicche dai dischi classici. Insomma, il pubblico ha accolto i Voivod con passione e alla fine ha coinvolto a tal punto la band da far tuffare sui presenti il cantante Snake – non proprio un adolescente – per un finale coi fuochi d’artificio. Chi già amava il gruppo è uscito dal pit soddisfatto e appagato da questa esibizione open air. Nota a margine: a dicembre i canadesi torneranno in Italia in compagnia dei Gwar per una serata all’insegna di genio e sregolatezza.
![Voivod Voivod](https://www.thenewnoise.it/wp-content/uploads/2019/09/voivod.jpg)
Basandoci su questa prima irruzione al festival abruzzese, non possiamo che concordare con i molti che si sono lasciati tirare dentro e hanno supportato le sue prime edizioni: il prossimo anno vedremo di coprire l’intera maratona, che speriamo continui sulla stessa buona strada.