FIERCE⊙, Ashes [+ full album stream]

Uno dei primi simboli utilizzati dai Fierce è stato quello del leone che inghiotte il sole, stella che la band porta con sé accanto al nome, utilizzando questo segno circolare: ⊙. Ci sono molte interpretazioni possibili, ma in linea di massima si potrebbe parlare di desiderio di evoluzione, trasformazione e magari di unione di forze opposte. The life I had before shatters into a thousand pieces / I cannot recognize my new reflection yet, dicono in “Mirrors Of Daath”, il che mi ricorda che si tratta di un progetto nato da persone di città diverse (Trieste, Venezia, Padova) e dalle ceneri (Ashes) di più esperienze (Drømme e Ooze, per menzionare quelle che conosco io). La copertina di quest’esordio, firmata dal sempre più bravo e conosciuto Blessend, prosegue il discorso con una serie di riferimenti “ermetici” o “alchemici”.

Le alchimie ci sono anche a livello musicale: cercando l’osmosi tra post-metal e black metal, i Fierce⊙ hanno imparato a tessere le loro atmosfere e ad aprire vastissimi paesaggi davanti agli occhi di chi li ascolta, ma hanno pure capito come utilizzare la forza e l’aggressività dei due generi di partenza per far deflagrare la loro volontà di cambiamento interiore. Non è solo una questione di chitarre, anche la sezione ritmica passa agilmente da un approccio all’altro, senza dimenticare la voce, che cerca una sintesi tra diversi stili estremi (spesso, inoltre, un altro della band “raddoppia” con un growl, e a mio avviso è sempre un’ottima combinazione). Sono eclettici, insomma, e non hanno nemmeno paura inoltre di uscire dalla loro ipotetica comfort zone, ad esempio con “Awakening In Green Flames”, un episodio più conciso e diretto, posto a chiusura dell’ep.

All’inizio si cerca di metterli in relazione ai Fall Of Efrafa e al sound portato avanti da etichette come Alerta Antifascista, Halo Of Flies o Denovali delle origini, ma poi si vedono frangenti nei quali provano a diventare solo i Fierce⊙ e basta. Devono però crederci davvero, essere costanti, e si è visto negli anni che non è un cazzo facile.

A margine: negli ultimi anni più di qualche band estrema ha provato a integrare la luce nel suo immaginario, penso soprattutto agli Schammasch (Šamaš è il dio mesopotamico del sole), anche loro tra l’altro piuttosto “mistici”, con testi e artwork che provano a superare le antitesi, come direbbero quelli che hanno studiato. C’è sempre qualcosa di nuovo da esplorare.