Di Sub Pop, mezzi divorzi e jeans pisciati

Tutti conoscono Sub Pop per due cose: il Singles Club, la cui prima uscita fu il mitico singolo d’esordio dei Nirvana che ora vale migliaia di dollari, e Bleach, sempre dei Nirvana, che continua a essere il best seller dell’etichetta. Il resto viene messo in ombra da queste due ingombranti caratteristiche che Sub Pop non fa niente per nascondere, anzi. Bleach è perennemente in catalogo e il Singles Club non ha praticamente mai chiuso: è assolutamente vivo e vegeto (siamo arrivati all’ottava serie) ed è sempre un buon investimento iscriversi (almeno per gli americani che non pagano tasse, dogane, spedizioni folli) anche solo per scoprire nuove band o avere chicche assurde in collezione, ad esempio l’unico 7″ dei Sunn O))), Gaye Su Akyol alle prese con “Love Buzz” (coraggiosa), le grunger messicane Margaritas Podridas e tante altre chicche che difficilmente potremo stringere tra le mani.

Una delle cose più interessanti di Sub Pop è che non ha mai avuto problemi a pubblicare capolavori e ciofeche, come se il filtro a monte fossero due persone diverse: un genio e un cazzaro. Questo dualismo fa sì che i fan/collezionisti si portino a casa roba inutile solo per il piacere di essere i primi a scoprire gemme assurde. Dall’inizio del 2024 sono state pubblicate un po’ di cosine con questo criterio. Gli Omni sono uno di quei classici gruppi indie che gioca con il post-punk sbilenco, ne abbiamo sentiti a bizzeffe: voce indolente, chitarre secchissime e sezione ritmica bella spedita. Un buon disco che ti aspetteresti fra le centinaia di proposte autoprodotte che si trovano su Bandcamp e invece eccoli qui col marchio in bianco e nero. Non siete ancora stufi del post-punk? Souvenir è pronto per voi.

Magari non ci avete mai fatto caso, ma in catalogo l’etichetta di Seattle ha almeno due artisti di area hip hop che spaccano: Clipping e Shabazz Palaces. Mentre i Clipping sono di area noise sperimentale, Shabazz Palaces è decisamente più vecchia scuola, non a caso prosegue il percorso dei mitici Digable Planets (due clamorosi dischi negli anni Novanta) ed è adatto anche a chi non mastica roba strana. Se trovate i suoi (loro?) dischi sullo scaffale, prendeteli senza indugi. Robed In Rareness e Exotic Birds Of Prey sono le uscite più fresche, ma anche andando a ritroso non sbaglierete, anzi.

Torniamo alle chitarre, ma senza esagerare: il nuovo disco di J Mascis What Do We Do Now è esattamente un classico disco di J Mascis, in altre parole un disco dei Dinosaur Jr acustico. Se fossero state canzoni vecchie avrebbe suonato allo stesso modo ma a J non si può chiedere di più. O forse sì, ma tanto farebbe come vuole lui. Se siete innamorati di lui, sarete contenti, in caso contrario non ho capito perché siete su The New Noise.

Ok, queste chitarre erano un po’ scarsine, ma finiamo con un gruppo che le sa manovrare alla grande e non sto parlando dei King Crimson. Nella sua cialtronaggine Sub Pop ha avuto un altro paio di meriti oltre a quelli scritti all’inizio: sdoganare l’indie rock moderno (quello che ci perseguita dagli inizi dei 2000) e far rinascere il noise rock. Se del primo potevo farne a meno, del secondo assolutamente no. Se ora esistono band come Chat Pile, Whores, Intercourse, The Shits, Naked Lungs (io ve li butto qui, Spotify è vostro amico), è tutto merito dei Pissed Jeans, che suonavano questa musica dal 2003 come se gli anni Novanta non fossero mai finiti. Non sono finiti gli anni Novanta, non è un interruttore che lo spegni quando non ti servono più! Intanto parliamo del nome: Pissed Jeans. Sono tutti bravi a chiamarsi Sex Pistols, Anal Cunt, Orange Goblin, ma chi vuole essere dei pantaloni pisciati? Loro. Musicalmente sono incredibili: pensate a come suonerebbero dei Jesus Lizard alle prese con il repertorio della Rollins Band, aggiungete un po’ di punk da pub e più o meno vi arriverà un senso di nausea. Quando state per sboccare, quello è il suono di Half Divorced. Disco dell’anno. Se non siete d’accordo, andate su Rolling Stone e leggete la classifica sui migliori dischi dei Genesis.

La finisco con un’ultima segnalazione: gli Slift sono un gruppo stoner francese che qualche anno fa ha fatto un live della madonna pubblicato su YouTube dai tizi di KEXP (radio di Seattle che immagino conoscerete). Il nuovo disco è uscito per Sub Pop e non è malissimo. Certo non sono i Pissed Jeans, ma se volete mettervi in mutande mentre i pantaloni sono fuori a stendere al sole, allora Ilion è il disco giusto.

Massimo Perasso
Massimo Perasso, amante di grunge, stoner, noise rock e wrestling è il fondatore di Taxi Driver (webmagazine, negozio ed etichetta). Ex bassista degli Isaak, qualche anno fa conduceva il programma radiofonico Fruit Of The Doom. Attualmente lavora da Flamingo Records Store e cura le fanzine cartacee Isterismo e Slerfa (che potete chiedere direttamente a lui). Ha anche una webzine dove pubblica news e approfondimenti musicali chiamata Tomorrow Hit Today, come il disco dei Mudhoney meno ascoltato di tutti.