CATHERINE CHRISTER HENNIX, Selected Early Keyboard Works

CATHERINE CHRISTER HENNIX, Selected Early Keyboard Works

Pare che, grazie alla collaborazione intercontinentale tra Blank Forms ed Empty Editions, ci si debba aspettare una nuova fase nel processo di (ri)scoperta – iniziato da una decina d’anni – della compositrice, filosofa, poeta, matematica e artista visuale Catherine Christer Hennix. Questo Selected Early Keyboard Works è infatti soltanto la prima di una serie di uscite che, nel prossimo futuro, pescheranno a piene mani dall’opera musicale della svedese, figura fondamentale – ma a suo modo divergente e appartata – del minimalismo che fu figlio di La Monte Young e nipote di Pandit Pran Nath e del raga indiano.

Important Records (1) ha dato alle stampe dei veri e propri capolavori della Hennix, che negli anni Settanta fu portabandiera del cosiddetto holy minimalism: dal Chora(s)san Time-Court Mirage – ensemble in just intonation per voce, ottoni e live electronics – ai Deontic Miracle, suo trio con Hans Isgren e Peter Hennix. Già nel 2010, inoltre, di lei la milanese Die Schachtel pubblicava The Electric Harpsichord, da molti considerato un capolavoro dimenticato di quel periodo. Questi recuperi rientrano in una più generale “messa in pari”, per cui alle figure bianche, maschili e americane, considerate i grandi nomi di questo tipo di musiche, si aggiungono finalmente quelle, finora taciute, delle donne e dei gay, degli artisti di colore e delle comunità LGBT di cui la Hennix fa parte: basti pensare a Julius Eastman, Laurie Spiegel, Else Marie Pade e via dicendo.

Dal lavoro svolto da Important e Die Schachtel, ovverosia dagli ascolti elencati poco sopra, possiamo grossomodo estrarre le radici della Hennix: dal free jazz che negli anni Sessanta giungeva a Stoccolma agli esperimenti ai sintetizzatori, realizzati proprio nella capitale svedese grazie al rinomato Elektronmusikstudion (EMS); passando ovviamente, e soprattutto, per il canto indostano, il raga indiano e la tradizione arabica del maqam. Da qui alla complessa questione relativa alla just intonation il passo è breve. Basti dire che per quest’artista, e in generale seguendo la storia dei long sustained tones, l’intonazione pura è il sistema di accordatura prediletto, perché – a differenza del temperamento equabile su cui si basa la gran parte della musica occidentale – garantisce una resa psicoacustica a cui l’orecchio della nostra parte di mondo non è abituato e, pur sacrificando molto in termini di modulazione armonica, apre a una maggiore profondità spirituale.

Out Of Time, out of here, just in tune

Catherine Christer Hennix - foto di Laura Gianetti
Catherine Christer Hennix – foto di Laura Gianetti (fonte)

Tutto questo preambolo è poco meno che necessario, dal momento che tre dei quattro brani – o meglio, delle quattro improvvisazioni allargate – di Selected Early Keyboard Works presentano tastiere accordate in just intonation, oltre all’immancabile onda sinusoidale e a poco altro ancora. Estratto da nastri di prova risalenti al 1976, questo materiale, dai toni decisamente interlocutori, sarà una sorpresa non da poco per chi di Catherine Christer Hennix ha già ascoltato qualcosa. Le sue composizioni (?) solitamente procurano un vero e proprio shock, un impatto benefico i cui risultati possono manifestarsi subito, già durante l’ascolto, o più in là, magari una volta tornati ad esercitare le nostre frenesie quotidiane. Trattasi di lunghi bordoni incredibilmente ricchi di corpo e di grana (ma attenzione: la dicitura drone music alla Hennix è sempre andata stretta, per sua stessa ammissione) talmente imponenti da generare una specie di forza soverchiante e lisergica. Non è così, invece, in Selected Early Keyboard Works, là dove la purezza armonica dell’onda sinusoidale – che sostiene i ghirigori del Fender Rhodes e, nel terzo brano, della marimba sintetica – dona una piacevole sensazione di vuoto-intorno, di assenza di gravità. Ci si sente leggeri e pacificati, ma rappresi in un mood opaco, grigio. Le due parti di “Nouvelle Mode Des Modalités” sono in realtà un’unica traversata meditabonda e solitaria che per tre quarti d’ora infonde sentori da jazz-fusion alieno e scheletrico. Giunti a metà della prima parte, il brano prende per un attimo una nota malinconica, una piega squisitamente melodiosa che ha il sapore di una rivelazione. Ma con la musica di Catherine Christer Hennix occorre davvero porgere l’orecchio, prestare un ascolto verticale focalizzando l’attenzione sulle risonanze più profonde, corporee e mentali, del suono; e pretendere di accedere a un ambiente sonoro estatico e allucinatorio (2), sulla scorta, verrebbe da dire, della ben più radicata pratica del Deep Listening sviluppata da Pauline Oliveros.

Al terzo movimento, “The Well-Tuned Marimba” (che nel titolo e nella pratica cita espressamente il “Well-Tuned Piano” di La Monte Young), partecipa lo sheng cinese di Hans Isgren, mentre il finale di “Equal Temperament Fender Mix” è basato sul canone contemporaneo del temperamento equabile, che suddivide artificiosamente l’ottava in dodici intervalli equidistanti. Qui la Hennix adopera un sistema di tape delay, con modalità non troppo diverse da quelle impiegate da Terry Riley in Persian Surgery Dervishes, ma con un tocco più obliquo e in toni molto più inquietanti.

Confidiamo in Blank Forms ed Empty Editions, aspettando di entrare nuovamente in questi intermundia sensoriali, sulle soglie della percezione (3).

(1) È grazie a quest’etichetta se oggi possiamo godere di un buon numero di opere legate a questo stile e a lungo rimaste nel cassetto ad accumulare polvere. Scorrendone il catalogo troviamo Pauline Oliveros ed Eliane Radigue, Yoshi Wada ed Ellen Fullman, Harry Bertoia e Werner Durand; poi si arriva a una sorta di rinascimento che coinvolge i vari Duane Pitre, il misterioso Eleh o, più di recente, la nostra Caterina Barbieri.

(2) Sul finire degli anni Settanta Catherine Christer Hennix discuteva con Henry Flynt, suo stretto collaboratore, di Hallucinatory Ecstatic Sound Environment – HESE.

(3) Thresholds of Perception è il titolo della retrospettiva che quest’anno, nella Empty Gallery di Hong Kong, ha ospitato i lavori visuali di Catherine Christer Hennix.

Tracklist

A. Mode nouvelle des modalités
B. Mode nouvelle des modalités II
C. The Well-Tuned Marimba
D. Equal Temperament Fender Mix