BIG|BRAVE, Ardor

Ormai la gente ha in testa il nome Big|Brave, specie da quando sono stati in tour coi Sunn O))). Disgraziatamente, pur avendone avuto la possibilità, non li ho mai visti dal vivo, mancanza piuttosto grave, visto che la loro musica sembra aver bisogno di volumi altissimi per regalare il massimo godimento.

Prendere Swans, Nadja e ovviamente Godspeed You! Black Emperor (disco registrato presso l’Hotel2Tango, Thierry Amar è ospite in due tracce, in più c’è anche Jessica Moss al violino, che è una di famiglia…), trovare il minimo comune denominatore, mettere a disposizione due chitarre e una batteria, far cantare una delle Slits o delle Raincoats (tanta espressività, tanta fanciullezza, poca tecnica) ed ecco i Big|Brave. Sul bloc notes, insomma, fatti tutti gli schemini, uno finisce per disegnare una delle band migliori di tutti i tempi, ma è stupido esagerare così: nella realtà siamo di fronte a un gruppo valido che funziona bene, sa essere conciso (32 minuti di album) e dunque non annoiare. Non so cosa manchi ai Big|Brave: dei crescendo o delle deflagrazioni come quelle dei loro numi tutelari? O al contrario qualcosa che li distingua chiaramente da questi fratelli maggiori (padri, in alcuni casi)? La capacità compositiva di amplificare/supportare un’interpretazione vocale emozionante in virtù del suo essere istintuale? Non ho grandi intuizioni artistiche da regalare, per ora non mi lamento di certo.