ANTONIO TONIETTI, No Longer Human

Sembra di orecchiare qua e là un ensemble di archi, ma leggendo le note di accompagnamento del cd, pubblicato da Dissipatio, scopriamo che non ve ne è: Antonio Tonietti ci tiene a specificare che – oltre che con field recordings e l’aiuto degli ospiti – No Longer Human è stato realizzato con strumenti autocostruiti. Sappiamo poco altro di un autore che vive e opera a Viterbo e del quale troviamo traccia nei lavori di Gianluca Becuzzi e Luca Giuoco. Ci si ispira all’opera di Osamu Dazai, lo scrittore giapponese dall’esistenza quanto mai travagliata ritratto all’interno della copertina, per dare forma a questi quattro brani in cui troviamo dentro delicate miniature pianistiche, voci deliranti o diversamente declamanti, tempi che si dilatano e si contraggono in rapida sequenza, una coloritura esotica vaga e in quanto tale straniante. Non ci rendiamo bene conto dove ci sta portando Tonietti: le sue quattro stanze sonore risultano già dalle prime battute piacevolmente inospitali, avvolte in un’aura tragica che sa catturare piuttosto che respingere.