THE VACANT LOTS, Interiors

Jared Artaud e Brian MacFayden tornano per il quinto disco a nome The Vacant Lots. Il duo ormai calca la mano su quel synth-pop ammantato di suggestioni gotiche che richiama tanto il clubbing mitteleuropeo quanto il range di perversioni sessuali che prevedono l’uso di lattice e frustini vari. Di nuovo copertina bianconera (che strazio per tutti gli antijuventini amanti della dark-wave) e via andare con rimbombi di tastiere synth-punk che si susseguono uno dietro l’altro (“Scars”, “Endgame”, “Amnesia”, “Paradise”, “Ashes”, “Evacuation”), ma, come avevo scritto altrove per il precedente Closure, forse il duo dà il meglio di sé nel funky-pop sbrilluccicante, qui rappresentato da “Destruction”, e anche nella conclusiva ballata sintetica soul-psych “Damaged Goods”, con buona pace di Primal Scream e Brian Jonestown Massacre. Ormai una presenza costante dei vostri freddi e umidi autunni newyorchesi.