STEFANO PANUNZI, Beyond The Illusion

Le canzoni registrate da Stefano Panunzi, romano con frequentazioni oltre confine, per Beyond The Illusion, edito dalla prestigiosa Burning Shed di Tim Bowness & Pete Morgan, sono un colpo al cuore per come ripropongono quel suono oscuro, caldo, straordinariamente romantico e fuori-moda, che ha segnato la generazione di chi ha oggi dai cinquanta anni in su e gli anni Ottanta della 4AD, da This Mortal Coil a Clan Of Xymox in poi, quanto ancor prima da David Sylvian, Mick Karn, Steve Jansen, Richard Barbieri, ossia il nucleo originario dei Japan e i suoi superbi progetti derivati in seguito. È come ritrovare un antico mai dimenticato paesaggio mentale seppellito nella memoria o un vecchio amico perso di vista.

Detto ciò, non si possono non riconoscere a Stefano Panunzi (tastiere, pianoforte, programmi) cuore e coraggio per inoltrarsi in quel mondo sonoro con la massima naturalezza e capacità tecnica, perché questa è musica che ne richiede tanta, senza nascondere una visione sostanzialmente naïve e malinconica del suono e tout court della vita-che-passa.

Anche in questo disco – dopo Timelines (2005) e A Rose (2009) – i collaboratori di cui si circonda Panunzi sono tutti di “area” e caratura internazionale: Gavin Harrison (dei magnifici Dizrhythmia, King Crimson, Porcupine Tree), Tim Bowness (No-Man), la voce di Jim “Grice” Peters (Hungersleep, Swanston), Monica Canfora al violino, Mike Appelbaum e Luca Calabrese alle trombe, Nicola Lori al basso e chitarre, solo per citarne alcuni. Dunque un suono complesso, stratificato, tanto avvolgente quanto contemporaneo, in questi 67 minuti di Beyond The Illusion (ah sì, i bei tempi del Compact Disc!) che viceversa ci illude oltre ogni ragionevole dubbio che il nastro del tempo si sia riavvolto in un incantesimo sonoro a-temporale.

Tutto il disco mantiene ciò che promette col titolo, qualunque episodio si ascolti: il potente intro di “When Even Love Cannot”, il gioiello armonico di “The Awakening”, il pezzo di Bowness “I Go Deeper”, “The Bench”, dedicato a Mick Karn (scomparso ahinoi nel 2011) con cui Panunzi aveva collaborato in Timelines e in A Rose, “Mistycal Tress”, dove aleggia benefica l’aura di Jon Hassell, il crescendo crimsoniano di “The Doubt” che prelude alla chiusura di “I Am”. “Oltre l’Illusione”, oltre il Velo di Maya è possibile incontrare uno squarcio di bellezza in un mondo reale, attorno a noi, che sembra averne perso il senso ultimo e benefico.

Appena uscito on line il video di “I Am”, che segue quello di “The Portrait”… do-not-miss.

Tracklist

01. When Even Love Cannot
02. The Awakening
03. The Bitter Taste Of Your Smile
04. I Go Deeper
05. Mystical Tree
06. Her
07. The Bench
08. The Portrait
09. We Are Not Just What We Are