STARKWEATHER, Crossbearer / Into The Wire

STARKWEATHER, Crossbearer / Into The Wire

Ho scoperto gli Starkweather grazie ad un’incredibile live al CBGBs durante un’infuocata matinée nel 1992. Con loro sul palco gente come Merauder, Sheer Terror, Darkside e Confusion, un’esperienza che porto ancora dentro come una delle più intense e formative della mia crescita musicale. Non tanto – non solo – per quello che rappresenta l’idea stessa dell’aver trascorso una domenica pomeriggio allo storico locale newyorkese, quanto per il confronto con quella miscela brutale di hardcore mutante rovesciata dal palco dal secondo gruppo in azione quel giorno. Da quel momento gli Starkweather sono diventati uno dei miei capisaldi e non ho più perso una loro uscita, tanto da attendere ogni loro disco come una vera e propria festa. Il perché di questo attaccamento alla band e al suo immaginario è semplice e chiaro: il suo approccio non è mai scontato o semplicistico, quanto il risultato di un percorso che affonda le proprie radici nel debutto Crossbearer, un album che ancora oggi suona attuale e per nulla datato, già ricco di quegli elementi che fanno degli Starkweather uno dei migliori esempi di contaminazione sonora cui gente come Isis, Burnt By The Sun, Converge, Dillinger Escape Plan e compagnia assortita tanto devono. Il loro, infatti, è un universo sonoro in cui collidono l’energia dell’hardcore, l’incredibile tecnica dei singoli musicisti, la voglia di forzare i limiti stessi del concetto di canzone come normalmente concepito e la necessità di inserire parti ricche di pathos e dal forte impatto immaginifico, con le vocals uniche di Rennie Resmini – al contempo cangianti e brutali – a troneggiare sul tutto e riannodare le fila di una soluzione instabile, sempre sull’orlo di esplodere.

Nonostante i decenni passati e l’assuefazione a certe forme di crossover abbiano ormai reso accettabile un simile modo di procedere, ciò che impressiona nel riascoltare i due cd che compongono questa raccolta è come gli Starkweather risultino ancora una spanna sopra gran parte dei concorrenti e non abbiano perso nemmeno in parte la loro forza d’urto, tanto che è difficile pensare che stiamo parlando di roba uscita nel 1992 e nel 1995. Ad arricchire il piatto, i due album ri-masterizzati per l’occasione vengono presentati con grafiche completamente rinnovate ad opera di Karlo Valentincic, un booklet curatissimo con i testi e le informazioni sui brani presenti, più alcuni bonus presi da demo, 7”, split e compilation cui la band a partecipato. Se tutto ciò non è sufficiente a spingere all’acquisto chi ancora non conosce la band, resta sempre la classica espressione: soddisfatti o rimborsati. Questa non è una ristampa, è un vero e proprio libro di storia e la vivida fotografia di un punto di svolta irripetibile nell’evoluzione del suono estremo, chiedete pure ai vostri musicisti preferiti.

cbgbs hardcore matinee 1992

Tracklist

1-01. Tumult
1-02. Mean Streets
1-03. Rest The Soul
1-04. Lazarus Runs
1-05. Murder In Technicolor
1-06. Shards
1-07. Unto Me
1-08. Picture It Obsidian
1-09. The Rift
1-10. Above The Rafters
1-11. Desolate
2-01. Shroud
2-02. Shards
2-03. Unto Me
2-04. Murder In Technicolor
2-05. Into The Wire
2-06. Slither
2-07. Mainline
2-08. Desolate
2-09. Divine Art
2-10. Bitterfrost
2-11. Hushabye And Goodnight
2-12. Taming Leeches With Fire