Pillole da Wels Unlimited Festival 2019

Ariele Monti è il motore di Area Sismica, un locale a cui siamo molto affezionati, una perla nel panorama nazionale, che da trent’anni fa cultura e diffonde le musiche eterodosse e non allineate, rappresentando un concreto e forte baluardo contro la dilagante omologazione e lo strisciante hipsterismo. Essendo, oltre che curatore della programmazione di questo miracolo che avviene da una vita nei dintorni di Forlì, un grande e competente appassionato di musica, il nostro, da circa una decina di anni, non si perde un’edizione dello storico festival Unlimited di Wels, in Austria, che proprio questo 2019 (8, 9, 10 novembre) festeggiava i 33 anni dedicati al jazz più libero e all’improvvisazione. A questo giro, ad esempio, si sono esibiti nomi che non necessitano di presentazione come Joe McPhee, che abbiamo avuto l’onore di intervistare un paio di estati fa a Sant’Anna Arresi, oppure Tony Buck dei Necks, intercettato invece in quel di Mulhouse. Tra i seguaci di certi suoni le pillole di Ariele Monti, ovverosia recensioni brevissime dei concerti a cui assiste con orecchio assetato, oramai sono conosciute. Abbiamo il piacere di ospitarle per la prima volta sulle nostre pagine, con le foto sue e i ritratti di un altro “sismico”, Christian Filippelli, che dalla Romagna ha viaggiato in furgone insieme a un manipolo di musicofagi (perché una volta che apri il vaso di Pandora di certi suoni, non basta davvero mai) Oltralpe. (introduzione a cura di Nazim Comunale)

Pillole da Wels Unlimited Festival 2019

MAGDA MAYAS FILAMENTAL
Anthea Caddy, Rhodri Davies, Angharad Davies, Aimée Theriot, Michael Thieke, Christine Abdelnour, Zeena Parkins

Iniziare un festival di questa portata con un concerto così “impro-minimale” è una scelta coraggiosa e ammirevole, ma un tantino esagerata per le mie orecchie con una decina di ore di viaggio sulle spalle, nonostante Magda Mayas e Zeena Parkins siano sempre capaci di accarezzarti l’anima.

JOE MCPHEE TRIO
Klaus Kugel, John Edwards

JOE MCPHEE

L’innamoramento per Joe McPhee è perpetuo, così come per lui è una costante raggiungere quote siderali in quanto a calore e lirismo. Edwards, al solito, maestoso, indipendentemente da cosa si inventi istante per istante.

SAINKHO NAMTCHYLAK & NED ROTHENBERG & DIEB13

NED ROTHENBERG

Ned Rothenberg non si discute, tutto il resto neanche, ma perché è meglio soprassedere.

GLACIAL
Tony Buck, David Watson, Lee Ranaldo

Una totale assenza di connessione e palesi limiti espressivi hanno azzerato un Buck che le ha provate tutte per rendere presentabile il trio. Ma era lampante di come i compagni di merende non avessero idea di cosa i loro strumenti avrebbero emesso. Una volta di più, l’improvvisazione non si improvvisa.

JOE MCPHEE & MAGDA MAYAS & KAZUHISA UCHIHASHI

JOE MCPHEE

In una condizione un po’ penitenziale per il pubblico si è dipanato un concerto caratterizzato dall’indiscutibile amalgama. Sarebbe stato strano il contrario, ma è sempre una gioia.

KATHARINA ERNST & AMI YAMASAKI & CHRISTINE ABDELNOUR

Altra apertura di serata impegnativa, con un concerto che ha richiesto una certa fatica. A parziale discolpa ammetto che le specialità gastronomiche ingurgitate poco prima erano altrettanto faticose da metabolizzare.

RODRIGO AMADO QUARTET
Joe McPhee, Kent Kessler, Chris Corsano

Quartetto di stelle luminosissime che però non sempre è riuscito a uscire dal classicone. Sublime regia non così occulta di Kessler, Corsano tentacolare.

“A” TRIO
Mazen Kerbaj, Raed Yassin, Sharif Sehnaoui

"A" TRIO

Magnifico e immaginifico trio dal cuore pulsante, palpabile e potente che è fuoriuscito in tutta la sua grandezza dal palco. Un flusso sonoro che ha catapultato il pubblico in un turbine di emozioni contrastanti, a tratti anche violente. La perla del festival.

MAHANYAWA
Rully Shabara, Wukir Suryadi, Kazuhisa Uchihashi

Uso della voce senz’altro più originale dei concerti precedenti e compagni di avventura del “cantante” avvezzi a un ricercato disordine sonoro, ma alla fine un certo retrogusto di stantio è emerso inesorabile.

JOE MCPHEE SPECIAL ENSEMBLE
Mette Rasmussen, Noid, Irene Kepl, Dennis Tyfus

Un duetto McPhee/Rasmussen è sempre un bel vedere, peccato che il resto del concerto abbia procurato lussazioni mandibolari.

ALTERED STATES & GUEST
Kazuhisa Uchihashi, Mitsuru Nasuno, Yasuhiro Yoshigaki, Frank Gratkowski

Kazuhisa Uchihashi

Altro eccezionale concerto, questa volta con 2 stelle della scena giapponese capaci da sole di far saltare dalla sedia il pubblico. Tutta la performance è stata un esempio mirabile di improvvisazione corale, ma la sezione ritmica rimarrà tatuata.

SHELLEY HIRSCH & RICHARD SCOTT & ROGER TURNER

In un festival caratterizzato dall’uso della voce non poteva mancare la regina. Che ha confermato come intelligenza, ironia, insomma, classe, possano far raggiungere vette sconosciute ai più, stracciando le colleghe austere, seriose e spesso autocompiacenti. Turner ci seppellirà tutti.

MOPCUT
Audrey Chen, Julien Desprez, Lukas König

Finale di festival che ha confermato che certi usi della voce possono far spiccare il volo al concerto o farlo schiantare al suolo. Nello spazio di un’ora abbiamo assistito all’uno e all’altro. Desprez in ascesa costante e König detonante, ma mai strabordante.