MORATORY, The Old Tower Burns [+ il video di “Wagner’s Path”]

The Old Tower Burns, secondo album dei Moratory, ha visto la luce per la prima volta a marzo 2021 su cassetta per Enrage Records e viene oggi ristampato su cd dalla Planet K, che ha voluto arricchirlo con ben cinque bonus, compresi omaggi a Bathory e Discharge. Proprio i due tributi danno un primo indizio sugli ingredienti della riuscita ricetta della band: un mix di metal estremo vecchia scuola e influenze crust per quello che potremmo definire un perfetto menù metal punk, come confermato anche dal video di “Wagner’s Path”, pezzo con forti richiami ai primi Voivod e al primissimo crossover tra thrash e hardcore punk. La formula dei Moratory – originari di San Pietroburgo e attivi dal 2011 – resta infatti ancorata all’urgenza dei punti di riferimento prescelti sia nel mantenere intatta la ruvida ferocia propria degli originari contatti tra scene a metà Ottanta, sia nei testi che trattano di anti-militarismo, critica sociale e politica. Così anche il concept di The Old Tower Burns prende le mosse dalla descrizione di un futuro distopico governato da eserciti privati e sistemi di controllo invadenti per raccontare della vendetta finale di chi vive ai margini della società e alla fine marcerà per bruciare la vecchia torre in cui il potere si annida. In fondo, un panorama non così distante dal reale se si pensano ai recenti casi di guerre portate avanti da contractor e alle manovre per falsare persino i risultati elettorali attraverso la manipolazione dei social. Da un punto di vista musicale, il disco risulta vario e mai monotono, con diverse influenze che si danno il cambio per rendere il viaggio quanto più interessante possibile (anche grazie a cambi di velocità e campionamenti), sempre all’insegna di una scrittura ricca e mai dozzinale. In breve, se il vostro cuore si divide equamente tra intemperanze thrash e radicalismo hardcore punk, se vi manca quel momento in cui le due scene si incontrarono abbattendo le barriere e i pregiudizi (scuotendo una comunità metal sempre più conservatrice), questi Moratory potrebbero rappresentare un ottimo modo per fare un tuffo nel passato che, potenza di corsi e ricorsi storici, finisce per centrare l’attualità e non apparire fuori tempo massimo. Sembrerà strano, ma oggi suona molto più fresco il metal punk dei Moratory che tanto metalcore finito senza tanti complimenti nel girone del modernariato. Buon ascolto e buona visione.