Le scarpe di Paul Lovens

Paul Lovens, foto di Žiga Koritnik
Paul Lovens, foto di Žiga Koritnik

La mia prima mostra internazionale fu quella del Saalfelden Jazz Festival nel 1996. Per quell’occasione avevo realizzato la mia prima pubblicazione dedicata alla musica, un libro/catalogo dal titolo “Jazzy-Ga!”. L’avevo mandato un po’ in giro e uno dei destinatari era lo Skopje Jazz Festival. Quel libro persuase il direttore Oliver Belopeta ad invitarmi al Festival. Da allora sono il loro house photographer.

La foto che vi presento è stata scattata a Skopje, dove c’è sempre un’atmosfera magica. Paul Lovens è il musicista ritratto sulla copertina del mio libro del 2019 “Cloud Arrangers”: potete osservare come sta abbracciando le sue scarpe. Vi starete chiedendo perché lo faccia. La risposta è semplice. La maggior parte dei batteristi suonano ogni concerto con le stesse scarpe. Avevo sentito parlare dello status delle sue, sapevo che erano molte vecchie (come si può vedere in foto) e che lui le stava utilizzando fin dai suoi inizi (1964, il mio anno di nascita). Ero sicuro che lui avesse sviluppato un rapporto speciale con esse e in qualche modo avevo subito visualizzato il ritratto che mi sarebbe piaciuto avere. Ci eravamo già incontrati un paio di volte ma non avevamo mai avuto l’occasione di fare la foto. Allo Skopije Jazz Festival finalmente riuscii a convincerlo. Dovetti trovare velocemente un posto nel backstage, perché quando fotografi i musicisti, tutto accade molto velocemente. Creai il set vicino a un vecchio specchio illuminato solo da un neon, luce morbida perfetta. Provammo qualche posa (occhi chiusi, aperti), il tutto per cinque minuti. Dopo andò sul palco a suonare. Il risultato è un’immagine piena di sentimenti e d’amore, lo stesso che si prova per la musica. L’ultima volta che ci siamo incontrati, Paul mi ha detto che adesso suona con scarpe nuove, ma che porta sempre con sé le vecchie nella custodia dei suoi attrezzi perché gli portano fortuna. A riprova di questo, dopo un concerto dell’anno scorso a Berlino (al quale ero stato invitato anche io), tenuto il giorno in cui la Deutsche Jazzunion gli ha consegnato il Premio Albert Mangelsdorff, ha preso dal suo bagaglio le sue vecchie scarpe e, mentre ringraziava il pubblico che lo applaudiva, le ha portate per un attimo alle orecchie, ripetendo la stessa posa della mia fotografia.

Sono stato molto felice per lui e anche un pochino per me, sono molto contento quando una fotografia funziona.

Žiga Koritnik ha lavorato per 18 anni come cameraman per la tv nazionale slovena (ha ripreso molti documentari e un film), mentre oggi è un freelance. Lo si conosce principalmente in quanto fotografo di jazz e di tutta la buona musica, attività che svolge dal 1987. Ha lavorato per molti festival, e dal 1996 è fotografo ufficiale dello Skopje Jazz Festival in Macedonia del Nord. Lo o lo è stato anche per il Druga Godba, per il festival di letteratura sardo Isola Delle Storie (dal 2007) e dal 2009 è anche dentro il Musica Sulle Bocche. Il suo lavoro è in mostra regolarmente dal 1989, con 60 personali e 40 di gruppo. A livello internazionale le sue foto sono state esposte a New York (Kavehaz Gallery nel 2002, Vision Jazz Festival nel 2006, Powerhouse Arena / New York Photo Festival nel 2011), al Saalfelden Jazz Festival in Austria (1996 e 2003), al Penang Jazz Festival (2011) in Malesia, al Beishan e all’Hong Kong Jazz festivals in Cina, al Jazz Festival Artacts (2020), al Jazz Festival di Ljubljana (2019)…
Suoi scatti sono stati pubblicati su tanta stampa internazionale:: Time Out, Jazz Times, Jazziz, Signal to Noise, Village Voice, All About Jazz, Downbeat, Jazznyt, New York Times… Il magazine giapponese Jazznin ha dedicato 16 pagine alla presentazione del suo lavoro, che è visibile anche in vari libri, come quello curato da lui stesso (Jazzy-Ga! del 1996), “Un punto di luce” (2009), incentrato sul carnevale sardo, e Jezero/The Lake (2009), contenente foto in bianco e nero del lago sloveno Bohinj, e il libro di fotografia musicale “Cloud Arrangers” (PEGA, 2019). Del suo lavoro si sono servite anche molte etichette musicali internazionali: Tzadik, Intuition Music, Nika Records, Leo Records, Enja, Underflow Records, Audiographic Records, Intakt Records, Trost Records, Rogue Art, Clean Feed, Trem Azul, Not Two Records, Dellmark Records, Driff Records, No Business Records, Smalltown Superjazz, Laurence Family Records, Okka Disk, Splasch Records, Tygre Style Records, SJF Records, Intuition Music, Resurgance, Impetus Records…