HYPERWÜLFF, Hyperwülff

Hyperwülff

Questa la succosa anticipazione di un disco di prossima uscita a nome Hyperwülff, duo dedito a sonorità pesanti all’incrocio dei pali tra doom e sludge, con la giusta dose di cattiveria e il piglio di chi se ne frega di seguire qualche moda passeggera, preferendo di gran lunga divertirsi a riversare le proprie energie e la propria rabbia sugli strumenti. Quello che ne esce è, al contrario di ciò che lascerebbe supporre quanto scritto finora, un lavoro che colpisce nel segno grazie a una scrittura varia e ricca di spunti differenti pur nel suo incedere monolitico, perché i due musicisti buttano sul piatto cinque anthem che non disdegnano traiettorie dal retrogusto spacey e a tratti stoner, sempre distanti dai soliti cliché del caso. Ciò che non abbandona mai i brani degli Hyperwülff è la grana ricca e corposa del suono, una vera e propria colata di note dense che riempiono la stanza e non lasciano spazio per respirare, slabbrate e melmose quel che basta per donare al tutto il sapore di una gita tra gli alligatori delle Everglades su una di quelle imbarcazioni spinte da un’enorme elica. Nonostante il suono sia meno asfittico e richiuso in se stesso, l’impressione è quella di avere a che fare con dei degni eredi dei Facedowninshit, che per alcuni saranno magari dei benemeriti sconosciuti, ma da queste parti vengono considerati come autentici numi tutelari. Davvero niente male, insomma, come biglietto da visita per un progetto che ci sentiamo di sposare da subito e sulla cui validità garantisce il giro di giostra gratuito su Bandcamp. Da segnalare, infine, l’esistenza di 150 copie fisiche accompagnate dall’artwork firmato SoloMacello, a dir poco perfetto come appendice visuale del contenuto in note. Quasi un applauso in piedi.