GRIMES, Visions

Visions

È nata una stellina dal volto emaciato.

Conquista e spiazza la vocina innocente di Claire Boucher, in arte Grimes. Canadese, al secondo lavoro ufficiale non scherza più, facendosi notare anche per il suo look che sembra frutto di apparenti scelte a caso, persa com’è in un guardaroba decisamente dissociato. Il fascino che emana è forte, però: non è un caso che un’etichetta come la 4AD si sia adoperata per inserirla nel suo roster. Ci ha visto lungo: quando parte “Genesis” sembra di essere catapultati in un mondo coloratissimo, dove lo xanax condiziona i sogni di un’artista bambina che unisce velate tinte soul a un’elettronica cheap, rendendo felice gente ossessionata dal ritmo come il sottoscritto. Quando i due elementi vanno a braccetto, il connubio intriga davvero: i tastieroni ipna di “Oblivion” sono come un chewing-gum attaccato alla suola delle scarpe, che ti permette di camminare claudicante a ritmo di una passeggiata electro. La successiva “Eight” sembra un remix-take kraftwerkiano, nel quale i Chipmunks provano a scrivere un pezzo per una Biancaneve disegnata dal compianto Moebius. Chissà cosa penserebbe lady Ciccone delle elucubrazioni da weird-chanteuse soggiogata dal synth di Claire… Visions è titolo che spiega meglio di mille altre cose quale sia il manifesto artistico di una ragazza che ha delle potenzialità. Sia chiaro, anche se dovesse fermarsi, a noi non dispiacerebbe comunque, visto che il lavoro in sé merita più di un ascolto. Il tour continua con “Symphonia IX (My Wait Is U)”, tutta carillon, disturbi ritmici e quella voce – qui più cavernosa – degna di un club newyorchese di inizio Ottanta. Ci vengono alla mente alcune textures dei dimenticati Crossover, quelli di un disco come Fantasmo, usciti all’epoca dell’ubriacatura International Deejay Gigolò Records.

Grimes sembra non fare caso a quello che le gira attorno, copia-incolla mille sensazioni ─ artwork da paura compreso ─ e prepara un frullato zeppo di ingredienti, un beverone ipervitaminico che provoca ribrezzo a berlo tutto d’un fiato. Ai forti di stomaco che avranno il coraggio di sorseggiarlo lentamente, sarà garantito un viaggio nell’iperspazio del pop 2.0. Fatevi sotto.

Tracklist

01. Infinite Love Without Fullfilment (Intro)
02. Genesis
03. Oblivion
04. Eight
05. Circumambient
06. Vowels = Space And Time
07. Visiting Statue
08. Be A Body
09. Colour Of Moonlight (Antiochus), [feat. Doldrums] 10. Symphonia IX (My Wait Is U)
11. Nightmusic (Feat. Majical Cloudz)
12. Skin
13. Know The Way (Outro)